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Serpe in Seno – Kill The Rich or Die Tryin’ Parte 3 (Prod. Grindalf)

8 Maggio 2019 Commenti chiusi

Testo dal carcere di Anna Beniamino

8 Maggio 2019 Commenti chiusi

Fonte

Una lettera dal carcere dell’Aquila di Anna che ci racconta dettagliatamente l’organizzazione delle giornate nei moduli femminili AS2 e l’assurdita’ del mondo carcerario.

Cronache di viaggio e atterraggio nel Regno dell’Aquila [Italia]

Sveglia anticipata sabato 6 aprile: trasferimento in 3 dall’AS2 di Roma Rebibbia con destinazione L’Aquila. In pratica la sezione AS2 a Rebibbia è stata chiusa nei giorni successivi al nostro trasferimento, e si può ipotizzare un suo cambio d’uso in AS3, visto il sopraffollamento in cui vivevano le detenute accusate e/o condannate per 416 c.p. (una cosa analoga era avvenutaa nel marzo 2017 quando l’intera AS2 femminile – comuniste e anarchiche – di Latina era stata spostata a Rebibbia, convertendola poi in AS3). Quella in cui ci troviamo ora l’AS2 abruzzese, che ha il triste primato di essere ormai l’unica sezione di Alta Sicurezza femminile, classificata AS2, sull’italico suolo. Si tratta di una microsezione di 4 celle singole, chiamata “sezione gialla”, uno spazio configurato e utilizzato in passato come 41bis femminile, e che ora ospita oltre a noi “nuove giunte” (mi si perdonino gli eccessi di terminologia galeotta, ma questo è), anche una prigioniera di religione musulmana classificata AS2: quest’ultima, dopo la liberazione a febbraio delle altre 2 recluse nella sezione, è stata più di 20 giorni in isolamento, per cui si può presumere che il nostro arrivo sia servito a togliere dall’imbarazzo il DAP per questa sua condizione. Sin dall’inizio è risultata evidente una gestione militaresca e demenziale da parte dei GOM (è loro, qui a L’Aquila, la gestione della sezione), che vorrebbero applicare il rigore e il controllo propri del 41bis. D’altra parte la galera aquilana ospita 41bis maschile e femminile (dove è murata viva da anni l’unica prigioniera comunista classificata in questo regime), una REMS, sezioni di AS3, la nostra di AS2 e una sezione di “comuni”, una ventina, che fungono da lavoranti visto che il resto del carcere è blindato. La prima mossa della direzione è stata il tentativo di una barocca applicazione dell’articolo 18 o.p. sulla censura della corrispondenza e della stampa, spiegata da un’ispirata ispettrice GOM e giustificata dal fatto che l’AS2 preveda in automatico la censura (questione che spetta invece non al carcere, ma all’autorità giudiziaria di competenza di ognuna di noi), arrivando anche all’assurdo di un’eventuale valutazione di applicazione di 41bis per qualcuna di noi. Le motivazioni che ci sono state fornite sono sintomo di una (patologica) mania di onnipotenza, di potere, che coinvolge tutta la scala gerarchica, dalla direttrice all’ultima agente.
Dopo una settimana di blocco effettivo della corrispondenza in entrata e uscita, contornato da discussioni con divise di ogni ordine e grado, è emerso che la c.c. de L’Aquila, più realista del re, aveva chiesto ai vari tribunali di competenza suddetta censura di quotidiani “per evitare contatti con la zona di provenienza criminale”, e della corrispondenza vista l’allerta dei “superiori uffici del DAP ad estendere un maggior controllo e monitoraggio sulla corrispondenza della detenuta in oggetto, soprattutto in questo momento storico che vede coinvolta l’Europa tutta in una serie di attentati terroristici”: è insomma censurabile sia la stampa della zona di provenienza (sic) che qualsiasi scritto dell’universo mondo. Dopo richieste di delucidazioni, il capolavoro della logica è stato svelato: era una semplice richiesta prestampata. Peccato che appunto i criteri valutativi della censura siano quelli del 41bis, secondo i quali fra l’altro, è previsto il concreto ritaglio degli articoli del quotidiano, che viene mondato dalle notizie pericolose.
Sono continuate nei giorni successivi a emergere altre usanze tipiche del 41bis, la cui continua contestazione provoca una manciata di rapporti disciplinari, pratica locale molto in voga: ne abbiamo totalizzati 9 nella prima settimana, 6 nella seconda, per futili motivazioni e arbitrarie, se non inventate, interpretazioni. Tali usanze riguardano l’uso maniacale del metal-detector ad ogni ingresso e uscita dalla cella, dal passeggio, dalla socialità, senza dimenticare quelli della doccia – se ne contano dalle 12 alle 16 volte; l’impossibilità di avere CD e lettore e di ascoltare musica (sono utilizzabili solo per misteriosi e non meglio specificati “motivi di studio”); il numero di libri permessi in cella, solo 4, con l’aggiunta del Corano o altro testo religioso e Codice Penale (alla richiesta di sostituire breviari religiosi o penali con qualcosa di più consono… i GOM dimostrano scarso senso dell’umorismo); il numero contingentato di vestiario in cella, oltre che di generi di uso e consumo, quel poco d’altro che si può avere, viene tenuto in un armadietto esterno a cui si accede sotto controllo visivo e conteggio da parte delle guardie tramite apposita tabella; l’impossibilità di portare all’aria carta e penna; l’ordine, il controllo, la conta da parte delle GOM, che contano minuziosamente ogni cosa e aggiornano le loro debite liste di tutti gli oggetti tenuti in cella e nel magazzino, e verificati nelle due perquisizioni settimanali. Il passeggio dell’aria è di pochi metri (8×10), e la cosiddetta “socialità” è una barzelletta di cattivo gusto che dovrebbe assolvere negli stessi orari e nella stessa stanzetta spoglia (una ex sala colloqui) le funzioni di socialità (c’è solo un tavolino con 4 sedie), palestra (c’è solo una cyclette), e luogo di preghiera. Lo spezzettamento della giornata imposto (ore 7 apertura blindo, 7:15 ritiro posta, 7:30 carrello colazione, 8 battitura, 9/11 aria, 11:30 vitto, 12/13 condivisione pranzo, 13/15 socialità, 15 battitura, 15:30/17:30 aria, 17:30 vitto) assieme al controllo visivo pressoché continuo, dato l’obbligo del blindato aperto fino alla chiusura alle 20, tranne un’ora e mezza un cui è consentito accostarlo dopo pranzo, sono tipici di un carcere caserma. Insomma, se la sezione AS2 risulta non avere un regolamento vero e proprio, ha di fatto adottato norme da 41bis con le relative pressioni, ovviamente senza chiamarlo come tale (l’unico regolamento interno della gabbia aquilana risale al 2002, periodo fra l’altro in cui i circuiti di AS non erano ancora stati istituiti), ma modificandone solo alcuni aspetti, come ad esempio poter tenere in cella il fornelletto anche dopo le 20, o poter condividere il pranzo.

Per quel che riguarda la convivenza, dopo qualche giorno “blasfemia”, o meglio ateismo anarchico e religione sono parsi ben poco compatibili per la detenuta musulmana, che ha chiesto il trasferimento per “incompatibilità”, per cui la direzione se la risolve per ora con un divieto d’incontro particolarmente odioso e ridicolo viste le ridotte dimensioni della sezione, che cerchiamo di contrastare vista la condizione di isolamento di fatto. Il tentativo di sperimentazione carceraria applicato dal DAP pare traballare, vista l’ingestibilità ammessa dalle stesse guardie locali.

Ultima nota di colore: non riuscendo ad applicare la censura, almeno a chi non l’aveva già, la direzione ha comunque disposto il trattenimento del temutissimo, a quanto pare, libro “Cucinare in Massima Sicurezza”. Viene da chiedersi cosa mai disporrà la “competente” Autorità Giudiziaria.

Non c’è comunque da stupirsi della brutale stupidità dell’istituzione totale, soprattutto quando questa si manifesta chiara, palese nella sua ottusità.
Quello che però abbiamo avuto modo di tastare con mano è quanto sia sempre utile gridarglielo in faccia.

Dalla sezione AS2 aquilana

Russia: Aggiornamenti dal processo contro gli anarchici (19/04/2019)

6 Maggio 2019 Commenti chiusi

Da Anarhija.info

Il 19 aprile l’anarchico Evgenij Karakašev di Eupatoria [Crimea, ndt] è stato condannato dal tribunale distrettuale militare della Ciscaucasia, a Rostov sul Don, per istigazione al terrorismo attraverso il social network russo “Vkontakte”.

Il tribunale lo ha condannato a 6 anni di carcere. Gli è anche stato vietato di gestire siti internet per 2 anni. Evgenij Karakašev ha reagito tranquillamente al verdetto. La procura russa aveva chiesto 9 anni di carcere per Karakašev. Il suo avvocato presenterà ricorso contro la decisione del Tribunale militare.

Questa è sola l’ultimo di una serie di episodi nei quali FSB [Servizio Sicurezza Federale, ntd] ha fatto uso sistematico della tortura per costringere gli arrestati a firmare confessioni false in modo da fabbricare “cospirazioni terroriste” coinvolgendo gli attivisti.

Il 1° febbraio 2019 gli agenti del FSB, l’apparato russo per la sicurezza statale, discendente dal KGB, hanno arrestato una dozzina di persone in tutto il paese, nell’ultima ondata della loro campagna repressiva contro gli anarchici accusati. Dopo averli brutalmente torturati nel corso delle successive 24 ore, per costringerli ad accettare le dichiarazioni incriminanti, ne hanno rilasciati 11. Il dodicesimo arrestato, Azat Miftakhov, era temporaneamente scomparso all’interno del sistema legale, mentre il FSB aveva continuato a torturarlo e impedendo l’accesso del suo avvocato.

[NdT: per informazioni e/o sostegno scrivere a Croce Nera Anarchica Mosca abc-msk@riseup.net]

avtonom.org

StranoS ElementoS – Oro Incenso e Quirra

6 Maggio 2019 Commenti chiusi

E per concludere le pubblicazioni musicali odierne vi segnalo l’album dei Stranos Elementos, crew sarda che ho conosciuto e vi assicuro che sono veramente strani…soprattutto quando parlano…jejejeje

99 posse – O’documento

6 Maggio 2019 Commenti chiusi

Simpatico pezzo dei 99 Posse per darci un po’ di allegria e sfottere la digos merda.

Segue il testo: Prosegui la lettura…

Acero Moretti – Se Adesso Ridi

6 Maggio 2019 Commenti chiusi

Pezzone di Acero Moretti AntiFascista

Intervista ai Lirika Podrida di Citta’ del Messico

5 Maggio 2019 Commenti chiusi

Finalmente arriva del materiale interessante direttamente dalla capitale messicana, i compxs di Lirika Podrida rispondono ad un intervista in cui si raccontano. Il testo e’ in spagnolo ma conto di tradurlo con i miei tempi. Per chi si vuole addentrare nel mondo ispanoFonico loro sono dei grandi che ho conosciuto personalmente e con cui abbiamo condiviso tante belle esperienze.

Qui la loro vecchia pagina sul TUBBO

Di seguito l’intervista: Prosegui la lettura…

Elenco prigionierx

1 Maggio 2019 Commenti chiusi

Non riuscendo a seguire tutte le cose che succedono vi segnalo questo link per restare aggiornatx.

Riprendo dal blog insuscettibile di ravvedimento

NO SENSE

1 Maggio 2019 Commenti chiusi

Un testo raap sull’Anarchia e cosa mi ci gira intorno

NOSENSE

Giro, rigiro, cerco il senso non lo trovo

non ho certo soluzioni e tantomeno vendo oro

sono solo un individuo, nà voce fuori dal coro

non mi importa se capisci, nessun gregge meglio solo

Tiro dritto la mia strada oscura, non è mica na passeggiata

preferisco la radura a quella comoda e laccata

nessun privilegio ma a sfregio

grido forte, non inneggio ma contesto

A volte sono drastico, lo so e l’ammetto

ma si tratta di coerenza, nessun compromesso

soprattutto coi nemici, a volte coi presunti amici

mica passerini qua siamo arabe fenici

Cadiamo, ci rialziamo, nelle ceneri sguazziamo

preferiamo nero fumo al comodo divano

c’è chi può, chi non può, io mi metto nel mezzo

si fa quel che si può per puntare in alto al cielo

Testa alta, cuore impavido e con l’umore livido

a volte bene a volte male, non è apocalittico

ma critico, col sorriso di traverso

come sempre vi derido e a tempo perso

Lupi solitari nella steppa come Hesse

in una realtà fasulla che ti inganna come Escher

minoranza tra le minoranze, mentalità diverse

ne abbiamo viste tante: cose belle, altre perverse

NOSENSE, NOSENSE, NOSENSE, NOSENSE

Prosegui la lettura…

Condanne Scripta Manent + Testo

26 Aprile 2019 Commenti chiusi

Fonte

Condannati i compagni anarchici:

Alfredo Cospito ad anni 20

Anna Beniamino ad anni 17

Nicola Gai ad anni 9

Alessandro Mercogliano e Marco Bisesti ad anni 5.

Assolti gli altri imputati. 

Segue testo di Gioacchino Somma

Era tutto pronto fin dal mattino: giornalisti e dirette tv sulla tv nazionale…

Non si è fatto mancare nulla il miserabile magistrato di Torino, Roberto Sparagna, per mettere pressione su una banda di altrettanti miserabili (o giuria popolare capitanata dal giudice Alessandra Salvadori).

Un povero demente in cerca di visibilità che dopo aver traslocato dalla procura antimafia a quella per terrorismo, è riuscito ad arrivare dove per decine di anni altri miserabili dei suoi colleghi hanno fallito: associazione sovversiva con finalità di terrorismo.

Già me lo vedo tra qualche giorno seduto sulle poltrone di casa Vespa a “Porta a Porta”, in compagnia di qualche criminologa fallita a raccontare cosa sia l’anarchismo e come si divide in gruppi, gruppetti, buoni e cattivi e le sue gesta eroiche contro la F.A.I.-F.R.I.

Vorrei ricordare al miserabile sostituto procuratore che nonostante le pene elevate che hai ottenuto contro i nostri compagni, fratelli e sorelle Alfredo, Nicola, Anna, Marco e Alessandro, hai vinto una piccola battaglia… la guerra contro lo Stato ed i miserabili come te sarà lunga.

Sono cosciente che queste poche righe andranno ad aggiungersi ad un’altra quantità di merda che vomiterai sui prossimi atti giudiziari in corte d’appello, ma non è mio problema…

Non pensare mai che mi togli il sonno con le tue minacce perché già c’hanno provato i tuoi colleghi inquisitori in passato, e se oggi tu parli di me vuol dire che resto sempre in piedi e non arretro di mezzo millimetro. Inoltre continuerò a fare quello che so fare di meglio: prendere il tuo bel piano di merda e ribaltartelo contro.

Alfredo, Nicola, Anna, Marco e Alessandro non li vedrete mai seppelliti nei vostri lager!
Loro sono con noi ogni giorno, ora, minuti e istanti, e non mancheremo mai di fargli sentire il nostro calore, la nostra solidarietà e la nostra complicità fino a quando non li avremo di nuovo tra noi.

Questo sarà per loro e per tantissimi altri compagni anarchici detenuti in ogni lager del mondo.
Questo sarà fino a quando delle vostre istituzioni e delle vostre carceri non rimarranno che le ceneri.

Per sempre nemico vostro!
Per l’insurrezione, per l’Anarchia.

25/04/19
Somma Gioacchino

Pensieri brevi notturni

22 Aprile 2019 Commenti chiusi



La maggior parte di chi cura blog di controinformazione anarchica lo fa non per visibilità ne per piacere ma per cercare di riempire quel vuoto che divide le piccole comunità spesso distanti che tuttavia resistono lontane e spesso isolate, anche all’interno delle stesse regioni, città e province.

Tantx siamo antitecnologicx ma si fa lo sforzo e si combatte la contraddizione interna di utilizzare questi stessi mezzi per quello che ci possono servire, mentre preferiremmo vedere tutto in fiamme e vivere al buio, che ci è più consono.

L’ondata repressiva contro gli anarchici non si è mai esaurita sin dai suoi albori: noi siamo i matti, gli inafferrabili sognatori, i distruttori dell’esistente e delle strutture che lo rendono possibile, quando ci si riesce.

Decostruiamo pensieri e sistemi di pensiero marci e corrotti; immaginiamo un mondo nuovo lontano anni luce (o nel passato o nel futuro) da quello che viviamo nel presente che fa proprio schifo.

Ci giudicano per un’idea, per il solo fatto di pensare diversamente: come nella Santa Inquisizione si giustificano cacce alle streghe quando ci sono esseri malvagi che regolano ed ereggono questo putrido mondo.

Ma noi non ci stiamo e non basteranno misure cautelari alcune a fermarci. Forse non vinceremo ma qui nessuno pretende di farlo imponendo un pensiero sull’altro.

Ma guai a chi ci tocca perché la nostra scintilla rimarrà sempre accesa e pronta a farsi miccia.

Massima solidarietà a tuttx i e le colpite nelle mille operazioni repressive,

solo disgusto per chi pretende di comandare e comandarci.

Lampi nella notte

21 Aprile 2019 Commenti chiusi

Vi propongo il testo di una canzone non ancora registrata, ma la condivido con ghigno complice prendendo atto delle diverse azioni in Italia e non solo.

da Round Robin

da Anarhjija.info

Lampi di genio illuminan la notte,un fragore, un boato, restan vetrine rotte

speranze frantumate rinchiuse nel cassetto, il tempo va veloce, troppa fretta, non aspetto

La luna ci protegge, la nebbia cara amica: mentre la notte tace c’è qualcuno che si attiva

accende le sue idee, accende la sua miccia, c’e chi è preso bene e c’è chi invece raccapriccia

A me interessa poco, non abbocco alla polemica: giusto o sbagliato credo sia un concetto che non merita

di essere affrontato, lascio fare allo Stato che pe’ smontà le lotte, c’ha già pronto il suo apparato

Scelgo l’anonimato, propaganda per l’azione quando la lingua è stanca, c’ho già qua la soluzione

attacco mirato dritto al cuore dello Stato, distruggi ogni tentacolo, suvvia forza bruciamolo

LAMPI NELLA NOTTE ILLUMINANO IL GHIGNO DI CHI NO, NON SE NE FOTTE,

DI CHI HA PRESO TROPPE BOTTE

CONTRO I MULINI A VENTO INCONTRATI NELLE LOTTE

SIAMO TUTTI VISIONARI COME DON CHISCIOTTE

E non è disfattismo o qualche forma di classismo,nemmeno avanguardismo, se vuoi chiamalo cinismo

covato e cresciuto in seno alla frustrazione dell’ennessima marcia, leggi pure processione

Solo grida, striscioni, scontri fuffa, petizioni, a volte sembran feste certe manifestazioni

non capisco l’obbiettivo, cosa cazzo se vo’ fa’: qualche ora per le strade e dopo ci si vede al bar

Non aspetto i loro tempi, i loro appuntamenti, odio agende politiche che dettano gli eventi

ma valgono i progetti che hai STRETTI tra i tuoi denti, la lama è gia affilata, nemici state attenti

Non si tratta di vittoria e menchemeno di conquista per capì come va qui non serve mica un analista

e a meno di non essere in down autolesionista evito il colpo che viene, dopo attacco e hasta la vista

LAMPI NELLA NOTTE ILLUMINANO IL GHIGNO DI CHI NO, NON SE NE FOTTE,

DI CHI HA PRESO TROPPE BOTTE

CONTRO I MULINI A VENTO INCONTRATI NELLE LOTTE

SIAMO TUTTI VISIONARI COME DON CHISCIOTTE

entrevista a La IRA

20 Aprile 2019 Commenti chiusi

Intervista al gruppo femminista madrilena La Ira

Processo del Brennero, videoconferenza e altre cose

20 Aprile 2019 Commenti chiusi

Fonte

Oggi si è tenuta al Bolzano l’udienza filtro per la manifestazione del 2016 al Brennero.

Partiamo da una fotografia. Di fronte al tribunale c’è un gigantesco monumento fascista al quale la Provincia di Bolzano – soprattutto su pressione degli autonomisti sudtirolesi – ha fatto giustapporre una frase di Hannah Arendt: “Nessuno ha il diritto di obbedire”. Sotto la scritta, c’erano blindati della Celere e dei carabinieri e un tank dell’esercito (nonostante a Bolzano non ci sia “strade sicure”, i militari stazionavano nella piazza da un mese appositamente per il processo). E poi parcheggi rimossi, furgoni e auto di polizia e carabinieri ovunque a chiudere la zona del tribunale.

Gli imputati in carcere non erano presenti al processo perché gli è stata imposta la videoconferenza, su disposizione del DAP e su richiesta del presidente del tribunale. In una decina di imputati a piede libero (o ai domiciliari) siamo entrati in aula. Indossando in diversi delle magliette con scritto “No videoconferenza” abbiamo interrotto l’udienza in solidarietà con i compagni arrestati urlando “terrorista è lo Stato”. Al giudice che diceva: “La videoconferenza è prevista dalla normativa”, un compagno ha riposto: “Anche i campi di concentramento nazisti erano previsti dalla normativa. Voi continuate a obbedire, alla faccia della frase di Hannah Arendt qui di fronte. I terroristi siete voi”.

Qualche imputato in carcere ha rifiutato la videoconferenza. Altri l’hanno usata per esporre dei cartelli e denunciare questa misura di ulteriore isolamento. Agnese ne ha approfittato per dire che la sezione dell’Aquila in cui sono rinchiuse è una tomba e per far sapere che stanno subendo il blocco totale della posta.

L’impronta del 41 bis – all’Aquila e a Tolmezzo – si estende al resto del carcere. Un carcere di guerra.

Dobbiamo fare una battaglia anche contro tutto ciò.

Apprendiamo dai giornali che il pomeriggio stesso dell’udienza un treno è stato bloccato a Trento da un gruppo di “incappucciati”: striscione in solidarietà con gli arrestati e gli imputati del Brennero e e catene sui binari. Causati 90 minuti di ritardi ferroviari.

Di seguito il volantino distribuito da imputati e altri compagni fuori dal tribunale. Prosegui la lettura…

Repubblica Ceca: Cos’è l’operazione Fenix II?

19 Aprile 2019 Commenti chiusi

FONTE

Le prime accuse sono arrivate nell’aprile 2015: cominciava così la prima parte dell’operazione Fenix. Nel marzo 2018, la Corte suprema di Praga ha lasciato cadere tutte la accuse contro tutte le persone coinvolte in questo caso. Nel frattempo, è cominciata la seconda parte di Fenix. Questo testo spiega di cosa si tratta.

Dalla prima alla seconda parte

Quando la polizia ha lanciato l’operazione Fenix, alcuni media hanno annunciato che la SRB (Rete di Cellule Rivoluzionarie) era stata dispersa. Ciononostante, i sabotaggi e gli attacchi incendiari sono continuati, il loro numero è aumentato. È presto diventato ovvio che sarebbe stato difficile associare gli accusati a queste azioni, così la polizia ha incominciato ad “investigare”.

Si sono concentrati sugli interrogatori, sulle analisi del materiale sequestrato durante le perquisizioni ed anche sulle filature dei compas. Fra questi vi era pure l’anarchico Lukáš Borl, che ha deciso di entrare in clandestinità alla fine dell’estate, a causa delle vessazioni da parte della polizia ai suoi danni ed ai danni dei suoi cari. Nell’inverno 2016, la polizia ha spiccato un mandato di cattura contro Lukáš, descritto come armato e pericoloso. A partire da quel momento, possiamo parlare dell’inizio dell’operazione Fenix II.

Il 4 ottobre, Lukáš è stato arrestato a Most dal poliziotto Zdeněk Prošek. Questi gli ha letto i capi d’imputazione, di cui Lukáš era stato accusato molti mesi prima, in sua assenza. Lukáš ha scoperto solo in quel momento di cosa si trattava.

Lukáš era stato accusato della “creazione, sostegno e propaganda di un movimento tendente alla soppressione dei diritti e delle libertà pubbliche”. Secondo la polizia, era all’origine della Rete di Cellule Rivoluzionarie (SRB), aveva partecipato ad alcune sue azioni, scritto alcuni dei comunicati della SRB e li aveva pubblicati tutti sul sito internet Asociaice Alerta. Gli inquirenti sostengono inoltre che sarebbe responsabile di quattro distruzioni di proprietà privata. In due casi si tratta di incendi di macchine della polizia. In un caso si tratta si un attacco incendiario contro l’entrata di un negozio. L’ultimo è una scritta su un muro della prigione Ruzyně, a Praga. Per finire, la polizia sostiene che ha ricattato il proprietario del ristorante Řízkárna, conosciuto per non pagare i suoi dipendenti. Più tardi, hanno a Asociaice Alerta aggiunto l’accusa di falsificazione di documenti. In particolare di una carta d’identità polacca, che Lukáš aveva con sé al momento dell’arresto.

Lukáš ha passato più di sei mesi in detenzione preventiva a Litoměřice. Diverse settimane dopo che era uscito di galera, il 9 giugno 2017, la polizia ha messo sotto accusa altre quattro persone: ecco il caso Fenix II.

Vi sono coinvolti anche Martin Ignačák e Petr Sova, accusati – poi assolti – nel caso Fenix I. Gli altri imputati sono l’anarchico Lukáš Novák e l’ecologista Tomáš Zelený. Sono tutti accusati di una serie di sedici capi d’imputazione.

Si tratta di nuovo dell’articolo a proposito della creazione, sostegno e propaganda di un movimento tendente alla soppressione dei diritti e delle libertà pubbliche. Questa volta la polizia non dice che i cinque fanno parte della SRB, ma tre di loro sono accusati di aver sostenuto e fatto della propaganda per la SRB online. Secondo la polizia, Petr Sova ne ha pubblicato dei comunicati su Facebook e sul sito di Voice of anarchopacifism. Tomáš Zelený li avrebbe pubblicati sul sito Green Action e Lukáš Novák sul sito di Anarchocommunist alternative. Martin Ignačák e Lukáš Novák avrebbero pure loro fatto della propaganda per un movimento tendente alla soppressione dei diritti e delle libertà pubbliche, diffondendo delle pubblicazioni con testi sull’anarchismo insurrezionale, sulla Federazione Anarchica Informale (FAI), sulla Cospirazione delle Cellule di Fuoco e delle traduzioni di testi di Alfredo Bonanno.

Cosa può succedere

Le cinque persone coinvolte nel caso Fenix II sono accusate di delitti le cui pene vanno dai 3 ai 10 anni di prigione. Lukáš Borl ha qualche accusa in più, per altri delitti. Non ci facciamo illusioni e sappiamo che il sistema giuridico può essere cieco, crudele ed iniquo. Ma anche se la polizia minaccia della gente di lunghe condanne, non hanno molto in mano per realizzare tali minacce. Sembra più probabile che Fenix II finisca in una pagliacciata, come la prima parte. Con un po’ di fortuna e di capacità da parte nostra, anche questa volta gli inquirenti si copriranno di ridicolo. Non serve a nulla scrivere a proposito delle loro speculazioni e del modo per smascherarle. Aspettiamo il processo, che sarà sicuramente un altro teatrino.

Guardando la mole degli atti e la lunghezza dell’inchiesta, sembrerebbe che si tratti di qualcosa di davvero grosso. Ma a volte le cose non sono come sembrano. Gli atti sono pieni di sciocchezze e gli inquirenti non hanno fatto nulla per mesi. Le procedure preparatorie erano già finite nell’estate 2018 e nel dicembre 2018 la Procura ha deposto le accuse al tribunale di Most. Il processo si terrà l’8, il 10 ed il 12 aprile 2019. Per quanto ne sappiamo, vi è un certo imbarazzo all’interno di polizia e Procura. Si tratta probabilmente della ragione per cui hanno scelto la tecnica dell’usura. Sanno che con quello che hanno in mano è difficile mandare qualcuno in galera. Ecco perché mantengono le persone sotto processo nel dubbio, sotto stress ed in tensione. La pressione non si fa sentire solo dagli accusati. Vi è un messaggio che vuole scoraggiare tutti quelli che resistono al sistema politico presente. Un avvertimento che dice: “Tieni la testa china, altrimenti ti troverai di fronte agli stessi inconvenienti”.

(tradotto da guerresociale)

Agorafobia – Me cago en el control. ft porkonero

19 Aprile 2019 Commenti chiusi

Collaborazione a Citta del Messico tra la rapper Agorafobia e Porkonero

 

Davide Delogu trasferito dal carcere di Augusta a quello di Rossano Calabro

19 Aprile 2019 Commenti chiusi

Il compagno anarchico sardo Davide Delogu è stato trasferito dal carcere di Augusta (provincia di Siracusa, in Sicilia) a quello di Rossano Calabro (provincia di Cosenza, in Calabria). L’indirizzo cui poter spedire lettere, telegrammi, libri, ecc., è il seguente:

Davide Delogu
c/o Casa di Reclusione di Rossano Calabro
Strada Statale 106 Jonica n. 32
87067 Corigliano-Rossano (Cosenza)

Dal giorno 11.03.2019 e nel corso del mese di marzo il compagno era in sciopero della fame perché la nuova direttrice del carcere di Augusta (Angela Lantieri) appena arrivata aveva da subito revocato il permesso di colloquio che Davide fa con una compagna sarda (unico colloquio che attualmente ha possibilità di fare). Inoltre aveva accompagnato lo sciopero con mancati rientri in cella varibili tra i 30 e i 60 minuti e battiture quotidiane in cella.

Solidarietà con l’anarchico Davide Delogu!

Claver Gold – Il meglio di me feat. Rancore

19 Aprile 2019 Commenti chiusi

Il meglio di me è il secondo estratto dal nuovo album di Claver Gold – Requiem

C.U.B.A.CABBAL : MEGABLOCK (Prod.D-Back)

3 Aprile 2019 Commenti chiusi

Parla da solo questo genio del male

Batallones Femeninos en Cero Decibeles – Así era ella

3 Aprile 2019 Commenti chiusi

Apparse in un programma televisivo indipendente eccovi la Batallones Femininos