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Posts Tagged ‘repressione’

Processo Bialystok: il punto della situazione

30 Gennaio 2021 Commenti chiusi

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Negli ultimi anni le inchieste su presunte “associazioni sovversive” attive nella cosiddetta “galassia anarchica” sono fioccate come neve d’inverno; nonostante i ripetuti fiaschi e forti di due ultime sentenze favorevoli (quelle relative al processo di Scripta Manent che ancora deve passare in Cassazione) gli inquirenti ora vanno in scena a Roma, dove il mese scorso ha avuto inizio il processo per l’operazione Bialystok. Ancora una volta l’obiettivo dell’accusa è di pigiare storie di amicizia, solidarietà, coraggio e rabbia dentro l’angusto cassetto del codice penale riservato ai delitti di gruppo con finalità eversiva, allo scopo di aumentare le pene e colpire a raggiera attorno a chi si ribella.

Qui il breve commento di uno degli avvocati che curano la difesa degli arrestati, registrato a caldo dopo la prima udienza avvenuta in dicembre.

Ancora devastazione e saccheggio. Solidarietà a chi si è ribellato il 24 gennaio del 2015 a Cremona

21 Gennaio 2021 Commenti chiusi

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C’era da aspettarselo. Dopo che già nel primo troncone del processo per la rivolta del 24 gennaio 2015 emersa a Cremona concluso in cassazione l’anno scorso, dove era stata confermata la devastazione e saccheggio per quattro persone (compreso l’infame Aioub Babassi che ha indicato alla polizia uno dei successivi arrestati per quella giornata), il secondo grado del secondo troncone che vedeva imputati altri tre antifascisti ha ribaltato la sentenza di primo grado della procura di Cremona, la quale aveva derubricato l’accusa di devastazione e saccheggio in una assoluzione e in due resistenze e danneggiamento. Ieri la procura di Brescia ha posto la spada di Damocle della devastazione e saccheggio sulle teste di Filippo, condannato a tre anni e sei mesi, e Sam e Marco, condannati a tre anni.

La rivolta del 24 gennaio di Cremona, come successo per la sommossa contro il G8 a Genova del 2001, i fatti di Milano del marzo 2006, quelli di Roma del 15 ottobre 2011 e, infine, la rivolta contro Expo di Milano del 2015, rientrano in quelle insubordinazioni di piazza che sono state punite col reato di devastazione e saccheggio. Senza dimenticare che ci stanno provando anche per la rivolta contro le frontiere del Brennero del maggio 2016, dove molte compagne e compagni rischiano pene fino a dieci anni di carcere.

La rabbia è tanta: chi decide sulle vite delle persone, sono gli stessi che difendono ogni giorno con le loro sentenze questo mondo dove la devastazione di un intero mondo e il saccheggio dei ricchi sui poveri sono la normalità dei massacri e delle catastrofi che questo sistema produce. Chi non vuole vedere questa banale evidenza è semplicemente un vigliacco.

Quando ci sono individui che non accettano di abbassare la testa, dopo fatti terribili come un compagno in coma per mano di un manipolo di fascisti ben difesi dalla polizia, non può che scaturire incondizionata solidarietà.

Saper da che parte stare in un mondo dove il virus dell’autorità produce un contagio alla servitù e all’obbedienza vuol dire lottare per la libertà e per la fine di qualunque dominio.

Per questo il pensiero vola a chi si è ribellato quel giorno, senza fare delazioni e senza chiedere scusa. Perché la liberazione da questo mondo passa anche dal desiderio di battersi per il ribaltamento di questa società.

Non saranno certo delle sentenze a fermare le rivolte contro questo putrido mondo e chi ha collaborato a massacrare dei ragazzi ad anni di galera non è certo una trascendenza ma qualcosa di terribilmente reale.

Che lo spirito del 24 gennaio continui nelle più svariate forme, per farla finita con il lento genocidio che stiamo vivendo. Chi si rivolta non è mai solo non può essere solo uno slogan, ma ciò che può scardinare l’esistente perché come diceva una vecchia canzone rap, la ribellione è l’unica dignità dello schiavo.

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Roma – Rebibbia: al G12 dilagano i contagi, lo stato risponde con manganelli e gas contro i detenuti in protesta

17 Gennaio 2021 Commenti chiusi

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riceviamo e pubblichiamo

Sono giorni sempre più difficili per chi è in carcere e per noi che abbiamo i nostri cari lì dentro. Non mancano le proteste perché la situazione è al collasso. Anche a Rebibbia il Covid è arrivato come una tempesta e ci sono molti contagi.

Al G12 la situazione è la seguente: i contagi da Covid sono saliti vorticosamente al punto che l’intera sezione è stata posta in isolamento con conseguente divieto di colloqui visivi con i nostri cari fino a data da destinarsi. Numerose sono state le telefonate dai detenuti e le mail che abbiamo ricevuto nelle quali raccontano di uso di manganelli e di gas fumogeni nelle celle per contenere da parte della Celere una protesta più che pacifica e più che giustificata come diversamente è stato detto invece dalla Direzione di Rebibbia,  da parte della sezione, che ha espresso la volontà di capire che cosa stesse succedendo e la richiesta più che giustificata di aumentare le misure di sicurezza che quotidianamente vengono a mancare per ovvi e risaputi motivi di capienza delle celle stesse. I detenuti della sezione sono stati rinchiusi nelle loro celle h 24 in un misto tra soggetti sani e soggetti contagiati. Senza possibilità di essere protetti perché non sanno dove collocarli visto anche il sovraffollamento che caratterizza il carcere di Rebibbia. Ci teniamo a raccontare la verità perché ogni volta le voci dei detenuti non escono, le proteste sembrano sempre senza ragione e il comportamento delle guardie eternamente giustificato. Ci sono persone che oltre al Covid,erano già in gravi condizioni di salute e che sarebbero dovute uscire da mesi per non rischiare ulteriormente la vita con una pandemia che sta uccidendo in tutto il mondo.In tutto questo i magistrati sembrano non tenere conto della pandemia che sta dilagando in carcere con continui rigetti sulle richieste di sfollamento e di differimento delle pene sostenendo che la situazione è sotto controllo e che il covid non c’è.

Il Covid c’è eccome ma non ne parlano!!!!Il Covid è entrato a Rebibbia e sta dilagando e ha già ucciso. Ne vogliamo parlare noi e dare voce ai nostri cari da qui fuori. Dare voce alla paura… la loro e la nostra. Dare voce al DIRITTO ALLA SALUTE che non va negato “a” e “da” nessuno!

Parenti e amici dei detenuti

Anna trasferita a Messina

14 Gennaio 2021 Commenti chiusi

Il 13 gennaio Anna è stata trasferita nuovamente a Messina.

Il suo indirizzo è:

Anna Beniamino
C. C. di Messina “Gazzi”
via Consolare Valeria 2
98124 Messina

Modena – Se le mura sono alte la solidarietà le supera

9 Gennaio 2021 Commenti chiusi

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A fine novembre 5 persone detenute nel carcere di Ascoli hanno scritto un esposto alla Procura di Ancona. In questo atto, con grande coraggio, hanno riportato quanto realmente accaduto a marzo nel carcere di Modena e di Ascoli in seguito alle rivolte, in relazione ai pestaggi, agli spari e a alla morte di Salvatore Piscitelli.
Il 10 dicembre sono stati trasferiti nel carcere di Modena. La scelta stessa di questo trasferimento è subito apparsa una forte intimidazione agli occhi di chi, sin da marzo, non aveva creduto alla narrazione delle “morti per overdose”, fossero essi/e parenti o solidali, seppur tra loro sconosciuti/e.
Le condizioni di detenzione in cui hanno tenuto i 5 ragazzi a Modena sono state altrettanto intimidatorie: in isolamento (sanitario), con divieto di incontro tra loro, in celle lisce con vetri rotti, senza possibilità di fare spesa e di ottenere accredito dei versamenti in tempi utili per poter fare la spesa, senza i loro vestiti e con coperte consegnate bagnate qualora richieste.
Immediatamente, all’esterno, si è attivata un’eterogenea rete di solidarietà, costituita da parenti e solidali, che si è mossa su più fronti: sostegno legale, saluti sotto le mura del carcere, lettere, mail di pressione alla direzione del carcere, sollecitazioni ai garanti regionale e nazionale.
Varie testate giornalistiche, a distanza di 9 mesi dal massacro avvenuto nel carcere modenese, hanno riportato i fatti, o si sono trovate costrette a farlo, data la forza della voce dei 5 detenuti e la determinazione di parenti e solidali in loro sostegno. La verità è scomoda da dire e da sostenere, infatti non in tutti i casi è stata riportata per quello che è o è stata detta parzialmente. In un caso, invece, un giornalista è stato licenziato per l’articolo scritto.
Molti giornali e media ufficiali, a marzo, avevano riportato senza se e senza ma la voce dei carcerieri: i 14 morti durante le rivolte di marzo, 9 dei quali deceduti a Modena o in trasferimento dal carcere di quella città, erano morti per overdose a loro dire. Ma dei pestaggi e degli spari nessuno aveva parlato. Prosegui la lettura…

Repubblica Ceca: Processo contro gli accusati nell’Operazione Fenix 2

26 Marzo 2019 Commenti chiusi

da https://anarhija.info/

Con l’inizio alle ore 8:30, al tribunale distrettuale di Most, si svolgerà il processo contro 4 anarchici e un ambientalista, accusati nell’operazione Fenix 2.

Siate presenti per sostenerli al processo o con qualunque azione di solidarietà. Fate sapere loro che non siete indifferenti verso il loro futuro, come non lo siete verso la libertà di tutti noi.

Ogni forma di espressione di supporto è benvenuta!

 

Op. Renata: Nuovi Arresti in Trentino

20 Febbraio 2019 Commenti chiusi

Fonte: csakavarna.org

Operazione Renata.
Alle 4 questa mattina perquisizioni negli spazi e in casa di compagni e compagne fra Trento, Bolzano, Rovereto. 7 arresti, 6 con misure cautelari in carcere e 1 con misure cautelari ai domiciliari. I reati contestati sono 270 bis e 280 bis.
Perquisizioni al Tavan e alla Palestra Popolare di Trento, alla Nave dei Folli e al Cabana di Rovereto, alla Katakombenstube di Bolzano. Alcuni arrestati in trasferimento in altre carceri.
Reparti celere presenti in diversi punti della città (Palazzo Regione, Municipio, Palazzo del Governo).

AGNESE, GIULIO, NICO, POZA, RUPERT, SASHA, STECCO LIBERI!
TUTTI LIBERI TUTTE LIBERE MALEDIZIONE

Pubblichiamo gli indirizzi di alcuni arrestati (quelli ad ora conosciuti): Prosegui la lettura…

Notizie da Napoli

19 Febbraio 2019 Commenti chiusi

Giovedì 14 febbraio, dopo innumerevoli rinvii, si è tenuta l’udienza presso il tribunale del riesame di Napoli che doveva decidere sulle misure cautelari per una ventina di compagni e compagne e sul sequestro del Centro Studi Libertari “Louise Michel” e dello spazio 76A.
All’inizio dell’udienza la Corte stessa ha posto la questione dell’inammissibilità dell’appello presentato dal P.M. Catello Maresca. Dopo aver ascoltato le parti in merito alla questione specifica, si è riservata di pronunciarsi entro cinque giorni. Stamattina 15 febbraio la Corte ha dichiarato l’inammissibilità dell’appello.

Anarchici e Anarchiche a Napoli.

Russia: Un’altra ondata di arresti e torture contro gli anarchici.

12 Febbraio 2019 Commenti chiusi
 
Immagine correlata

 

Il 1° febbraio 2019, gli agenti del Servizio Federale di Sicurezza, l’organo di sicurezza dello Stato russo erede del KGB[1], hanno arrestato una decina di persone nell’ultima ondata della loro campagna repressiva condotta contro gli anarchici di tutto il paese.

Dopo una brutale tortura durante le seguenti 24 ore con lo scopo di costringerli ad auto-incolparsi, hanno rilasciato 11 di loro. L’ultima persona, Azat Miftakhov, attualmente scomparso (all’interno del sistema giudiziario), mentre il FSB aveva continuato a torturarlo, negandogli la visita dell’avvocato.

Questo è solo l’ultimo di una serie di casi nei quali il FSB ha utilizzato la tortura per forzare gli arrestati a rilasciare confessioni false, con l’intenzione di fabbricare “cospirazioni terroriste” per reprimere l’attivismo anche in altri paesi.

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Arresti e Feriti nel corteo del 9 febbraio

11 Febbraio 2019 Commenti chiusi

Dopo lo sgombero dell’Asilo Occupato di Torino del 7 gennaio, riprendo un aggiornamento di Radio BlackOut, per fare il punto sulle ennesime conseguenze di questa ondata repressiva. Invito chi volesse restare informato sugli sviluppi, a seguire la pagina della storica radio libera torinese, visto che i/le compagnx hanno notizie “di prima mano”.

Dei 10 fermi e 4 feriti, di cui uno in codice rosso, al corteo di ieri, sono stati confermati 8 arresti, tutti portati alle Vallette, che attualmente sono con l’avvocato.

Nessuno dei feriti segnalati ieri risulta grave, nessun codice rosso.

I due fermati in corso Palermo del 7 febbraio sono stati rilasciati oggi.

Rimane ancora in stato di fermo il ragazzo fermato per le contestazioni universitarie in via Rossini.

Rimanete collegati su Radio Blackout per ulteriori aggiornamenti.

Solidarietà a tutti gli arrestati! Tutt* liber*

La lista degli arrestati

Per l’operazione Scintilla:
Rizzo Antonio – Salvato Lorenzo – Ruggeri Silvia – Volpacchio Giada – Blasi Niccolò – De Salvatore Giuseppe.
Arrestato giovedì dopo le dimostrazioni di solidarietà: Francesco Ricco.
Per il corteo di ieri: Antonello Italiano – Irene Livolsi – Giulia Gatta – Giulia Travain – Fulvio Erasmo – Caterina Sessa – Martina Sacchetti – Carlo Mauro .
Per il corteo di ieri, dopo essere stato all’ospedale, è in arresto anche Andrea Giuliano.
Per ora si trovano tutti nel carcere torinese, C.C. Lorusso e Cutugno via Maria Adelaide Aglietta, 35, 10149 Torino TO.
Tutti riportano contusioni inferte dalla polizia durante il fermo.

Gabriele Baima, in carcere da giovedì per la manifestazione davanti a Palazzo nuovo, è stato rilasciato con un divieto di dimora a Torino.
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Gli arrestati sono tanti, alcuni con accuse gravi che li costringeranno alla detenzione per lungo tempo. Chiediamo a tutti i solidali un benefit per sostenerli al conto intestato a Giulia Merlini e Pisano Marco IBAN IT61Y0347501605CC0011856712 ABI 03475 CAB 01605 BIC INGBITD1

 

Sgomberato l’Asilo di Torino

10 Febbraio 2019 Commenti chiusi

Non sono riuscito a seguire gli aggiornamenti delle ultime ora ma pubblico questo comunicato arrivato dal Trentino, che sottoscrivo appieno, per accennare ai fatti di Torino della mattina del 7 febbraio.

Fonte

Compagni nostri

È Martedì 7 febbraio, sono le 4.40 e non si vedono ancora le prime luci dell’alba. In via Alessandria, a Torino, dove da 24 anni è occupato l’Asilo, irrompono decine di agenti in borghese. Pochi minuti e la strada si riempie di camionette, volanti, carabinieri in antisommossa, finanzieri. I mitra puntati fanno capire da subito le intenzioni: oltre lo sgombero dell’Asilo è in corso l’ennesima operazione repressiva. Sette ordinanze di custodia cautelare in carcere con l’accusa di Associazione sovversiva (Articolo 270 bis), mentre le indagini coinvolgono una trentina di compagni.

Non sorprende, con i tempi che corrono, che la manovra sia rivolta a chi da anni ha lottato contro le prigioni per i senza documenti (prima CIE, ora CPR) e i rimpatri dello Stato, denunciando le complicità di chi collabora con quell’inferno senza fine che viene definito “accoglienza”. Richiesti più volte dalla sindaca pentastellata Appendino, lo sgombero e l’inchiesta vengono seguiti con cura direttamente dal Ministro dell’Interno, che al commento “I teppisti arrestati a Torino: dalle parole ai fatti”, lascia intendere che questa non è un’operazione qualunque.

Per noi non può essere più chiaro. Mentre le guerre di governi ed imprese di bandiera per il saccheggio dell’Africa stanno continuando a devastare interi paesi, provocando la fuga di centinaia di migliaia di persone, i morti nel Mediterraneo ormai non si contano più, così come quelli sulle frontiere d’Europa. Chi arriva viene rinchiuso, espulso, ucciso. Intanto la propaganda e la pratica del razzismo si fanno sempre più esplicite: il Ministro dell’Interno applaude agli omicidi della polizia, e ad essere colpito è chi si è sempre battuto, chi non ha mai smesso di sognare la libertà, chi comprende che tra giusto e legale non vi è alcuna coincidenza. Prosegui la lettura…

Svizzera: Tre mesi di detenzione preventiva per un compagno arrestato a Zurigo

10 Febbraio 2019 Commenti chiusi

Ripubblico da Anarhija.info

Risultati immagini per biblioteca anarchica fermento zurigo

Aggiornamento: sono stati imposti 3 mesi di detenzione preventiva al compagno arrestato a Zurigo il 29 gennaio. Prosegui la lettura…

Sobre Ayotzinapa

8 Febbraio 2019 Commenti chiusi

La storiaccia di Ayotzinapa l’ho seguita qualche anno fa e ci tengo molto a pubblicare questo materiale che producemmo all’epoca dei fatti. Chiaramente come tanti di questi fattacci è tutto rimasto nell’aria e dei 43 ragazzi scomparsi non si è mai più saputo nulla.

Intervista girata nel novembre 2015 durante la visita di Omar Garcia al Vag61 di Bologna.

Ricordiamo che Omar è uno dei sopravvissuti alla notte di Iguala del 26 settembre 2014 in Messico, in cui autorità locali, statali, federali ed esercito agirono in maniera coordinata e chirurgica contro gli studenti organizzati della Escuela Normal Rural di Ayotzinapa, ammazzando 3 ragazzi e facendone sparire nel nulla altri 43.
Il governo messicano e l’allora presidente Enrique Peña Nieto continuarono e a raccontare menzogne sul fronte interno ed estero mentre ragazzi, famiglie, avvocati, un’equipe indipendente di antropologi forensi e un ampio movimento nazionale continuavano la ricerca dei 43 scomparsi.

VIDEO doppiato in italiano:

Per chi volesse vedere l’intervista in lingua originale clicchi qui

E visto che il blog sta uscendo dalle righe del RAAP, per chi si disturba di tutta questa controinformazione pubblico anche “Ayotzinapa ruge”, un pezzo prodotto dal GranOM e interpretato dall’amico Mc Facto e da Mexikan SoundSystem.

Solidarietà Internazionale vs G20

6 Febbraio 2019 Commenti chiusi