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Archivio per la categoria ‘arresti’

Appoggio agli anarchici bielorussi

17 Gennaio 2021 Commenti chiusi

Vi dico onestamente che non so una ceppa di anarchismo nelle aree ex URSS e nello specifico in Bielorussia, anzi, spesso ci sono state situazioni di movimento piuttosto ambigue che sono nate nel grembo delle terre eredi del “socialismo reale”, penso all’Ucraina ad esempio.

Ma vi condivido in ogni caso questo video, in spagnolo, dove sono presenti link e contatti per approfondire la situazione ed eventualmente supportare i compagni in carcere.

More Info Here and here

 

Anarchici in carcere (in Italia) e indirizzi per scrivergli

14 Gennaio 2021 Commenti chiusi

Riprendo da Malacoda

ITALIA

Davide Delogu

Davide Delogu
C. C. di Caltagirone
Contrada Noce, S. Nicola Agrò
95041 Caltagirone (Ct)

Davide Delogu è un anarchico sardo condannato per alcune rapine e furti. Il 1 maggio 2017 ha tentato di evadere dal carcere di Brucoli (ad Augusta, in Sicilia), quasi riuscendovi. Il compagno è deportato dalla Sardegna e in anni recenti è stato rinchiuso nelle carceri di Brucoli (Augusta), Rossano Calabro, Palermo Pagliarelli, fino al recente trasferimento a Caltagirone.


Operazione Scripta Manent

Anna Beniamino
C. C. «Gazzi» femminile
via Consolare Valeria 2
98124 Messina

Alfredo Cospito
C. C. di Ferrara
via Arginone 327
44122 Ferrara

Il 6 settembre 2016 sono stati arrestati cinque anarchici nell’ambito dell’operazione «Scripta Manent». Per altri due compagni già prigionieri (Alfredo e Nicola) viene imposta una nuova carcerazione e contestualmente agli arresti avvengono 32 perquisizioni domiciliari contro una trentina di anarchici. Nel corso di una di queste un altro compagno viene arrestato con l’accusa di possesso di materiali adatti alla realizzazione di ordigni, e scarcerato alcuni mesi dopo. Le principali accuse sono: di aver costituito o partecipato ad una «associazione sovversiva con finalità di terrorismo ed eversione dell’ordine democratico», in riferimento alla FAI (Federazione Anarchica Informale) e successivamente alla FAI–FRI (Federazione Anarchica Informale – Fronte Rivoluzionario Internazionale); solo per alcuni compagni, di «attentato con finalità di terrorismo», «atto di terrorismo con ordigni micidiali o esplosivi», «strage» e «possesso e trasporto di esplosivi» in riferimento a 11 azioni realizzate tramite pacchi-bomba e ordigni esplosivi tra il 2005 e il 2007, tranne una avvenuta nel 2016 (l’attacco al tribunale di Civitavecchia); sempre solo per alcuni compagni, di «istigazione a delinquere» con l’aggravante della finalità terroristica in riferimento alla pubblicazione dell’ultima edizione di “Croce Nera Anarchica” (quattro numeri tra il 2014 e il 2017) e per la gestione di alcuni siti internet.

Una consistente parte dell’operazione «Ardire» (giugno 2012), che comportò l’arresto di otto compagni, la custodia cautelare per altri due compagni all’epoca già prigionieri e innumerevoli perquisizioni, è confluita in Scripta Manent. Allo stesso modo, sono confluite in Scripta Manent innumereovoli indagini inerenti la FAI, alcune delle quali precedentemente archiviate e riaperte per l’occasione. Buona parte delle accuse riguardanti le azioni sono legate al raffronto, tramite perizie richieste dall’accusa, tra le rivendicazioni e lo stile scrittorio di alcuni imputati, per i quali, appunto tramite queste perizie, l’accusa avrebbe dimostrato la pertinenza alla FAI–FRI. Invece, per quanto riguarda l’attacco alla sede del RIS di Parma nel 2005, si aggiunge anche una contraddittoria traccia di DNA che è stata attribuita ad Alfredo (e che in passato, negli arresti richiesti per la cosiddetta operazione «Replay», era stata giudicata troppo frammentaria per essere considerata come prova effettiva).

Nei primi giorni di giugno 2017 è stata notificata un’altra indagine ad altri sette compagni anarchici, successivamente accorpata a Scripta Manent (i cui indagati quindi sono saliti a 23 persone). Il processo, iniziato il 5 giugno 2017 nell’aula bunker del tribunale di Torino presso il carcere de Le Vallette, ha come pubblico ministero Roberto Sparagna. Ad alcuni compagni è stata imposta la videoconferenza dal carcere, quindi l’impossibilità di essere presenti nell’aula di tribunale durante le udienze.

A partire dal mese di febbraio 2019 il p. m. ha esposto la sua requisitoria e in seguito le proprie richieste di condanna (poco più di 200 anni per 23 persone complessivamente, con pene massime tra i 29 e i 30 anni). Il 24 aprile, a seguito delle decisioni dei giudici, è stata emessa la sentenza di primo grado da parte del tribunale di Torino, che ha condannato cinque compagni: Anna a 17 anni, Marco a 5, Alfredo a 20, Nicola a 9, Alessandro a 5. Questi cinque compagni sono quindi stati riconosciuti come promotori o partecipi in una «associazione sovversiva con finalità di terrorismo ed eversione dell’ordine democratico», mentre i soli Anna e Alfredo sono stati condannati per sette attacchi esplosivi rivendicati FAI tra il 2005 e il 2007; Alfredo per tutte sette le azioni, mentre Anna per tutte tranne le due risalenti al 2005. Sono stati assolti da ogni accusa i restanti 18 compagni imputati (specificatamente, anche i compagni condannati sono tutti stati assolti per l’articolo 414 c. p., «istigazione a delinquere»). In particolare, tra i compagni assolti da ogni accusa a seguito della sentenza di primo grado, Danilo in carcere nella sezione AS2 a Ferrara e Valentina costretta agli arresti domiciliari (precedentemente anch’essa in carcere, prima a Latina poi a Roma Rebibbia femminile) sono stati scarcerati dopo poco più di due anni e mezzo in custodia cautelare.

Il 1 luglio 2020 è iniziato il processo d’appello. Essendo definitivamente entrata in vigore la normativa riguardo la videoconferenza, nessun compagno attualmente in carcere potrà essere presente in aula fisicamente.

Nel mese di agosto 2020 Anna è stata trasferita nel carcere di Roma Rebibbia femminile.

Il 24 novembre 2020 è stata emessa la sentenza del processo d’appello: Anna è stata condannata a 16 anni e 6 mesi, Alfredo a 20 (come in primo grado) in continuazione con la sentenza del processo per l’azione contro Adinolfi (se confermata anche con la sentenza di cassazione, la condanna avuta nel processo per l’azione contro Adinolfi andrà ricalcolata in continuazione con la sentenza di Scripta Manent), Nicola a 1 anno e 1 mese in continuazione con la sentenza del processo per l’azione contro Adinolfi, Alessandro è stato assolto, Marco è stato assolto dall’accusa di «associazione sovversiva con finalità di terrorismo ed eversione dell’ordine democratico» ma condannato a 1 anno e 9 mesi per «istigazione a delinquere» in relazione a “Croce Nera Anarchica” (per questa accusa sono stati condannati anche Anna, Alfredo e Nicola). Oltre a ciò si sono avute ulteriori nove condanne ad altrettanti compagni per «istigazione a delinquere», tutte tra i 2 anni e 6 mesi e 1 anno e 6 mesi. Nicola, Alessandro e Marco sono stati scarcerati.

Il 13 gennaio 2021 Anna è stata trasferita nel carcere di Messina, dove era reclusa fino ad agosto 2020.

Alfredo e Nicola si trovavano già in carcere a seguito delle condanne (rispettivamente, a circa 9 e 8 anni ciascuno) nel processo dove erano accusati dell’azione di ferimento contro Roberto Adinolfi, amministratore delegato di Ansaldo Nucleare (Genova, 7 maggio 2012), azione rivendicata dal Nucleo Olga / FAI–FRI. Nel 2013, durante il processo, entrambi hanno rivendicato individualmente la realizzazione dell’azione.


Maddalena Calore

Maddalena Calore
C. C. “Ettore Scalas” — Uta
zona industriale Macchiareddu
2° strada ovest Uta (SP1)
09010 Uta (Ca)

Anarchica arrestata nel marzo 2017 a Cagliari per un residuo di pena di 4 anni e 3 mesi dovuto a precedenti condanne.


Operazione Panico

Il 3 agosto 2017 nel contesto di una operazione repressiva contro gli anarchici a Firenze, è stata sgomberata l’occupazione anarchica La Riottosa e sono stati arrestati otto anarchici, accusati di aver compiuto un attacco esplosivo contro la libreria «Il Bargello» (Firenze, 1 gennaio 2017), uno spazio legato a fascisti e al partito Casapound, e un attacco incendiario contro una caserma dei carabinieri nel quartiere di Rovezzano (Firenze, 21 aprile 2016). Durante lo scoppio dell’ordigno contro «Il Bargello» rimase gravemente ferito un poliziotto artificiere, che ha perso parte di una mano e un occhio. Tra le innumerevoli accuse, ci sono quelle di tentato omicidio e associazione a delinquere. Quest’ultima imputazione si lega alla cosiddetta operazione «Panico» (dal nome di un’altra occupazione anarchica fiorentina) che comportò delle perquisizioni e tre arresti il 31 gennaio 2017 e che è stata accorpata all’indagine scaturita negli arresti del 3 agosto.

Tranne Ghespe, tutti gli altri compagni sono stati successivamente scarcerati, alcuni dei quali dopo pochi giorni l’operazione repressiva. Tra marzo e aprile 2018 Giovanni e Paska sono stati nuovamente arrestati a seguito di una decisione della cassazione. Un altro compagno, anch’esso arrestato ad agosto 2017, è destinatario di altre misure restrittive. Nel mese di giugno 2019 Giovanni e Paska sono stati trasferiti agli arresti domiciliari. Il 21 giugno è stato trasferito agli arresti domiciliari anche Ghespe.

Il 22 luglio 2019 è stata emessa la sentenza nel processo di primo grado: una ventina di persone sono state condannate, tra cui Giovanni, Paska e Ghespe a pene tra i 9 anni e i 9 anni e 10 mesi circa (principalmente per le accuse inerenti l’azione del 1 gennaio 2017). Tra gli altri condannati, nove sono stati riconosciuti come partecipanti ad una associazione a delinquere e, tra questi, due compagne ritenute «cape» di tale associazione sono state condannate a pene tra i 5 e i 6 anni circa. Un compagno, anch’esso condannato per associazione a delinquere, è stato assolto dall’accusa di aver compiuto l’azione del 1 gennaio 2017. Tutte le condanne – eccetto quelle di Giovanni, Paska e Ghespe – sono sospese.


Paolo Todde

Paolo Todde
C. C. “Ettore Scalas” — Uta
zona industriale Macchiareddu
2° strada ovest Uta (SP1)
09010 Uta (Ca)

Anarchico sardo e indipendentista arrestato il 31 ottobre 2017 a seguito di una rapina a mano armata in un ufficio postale di Cagliari. Al termine del processo di primo grado è stato condannato a 6 anni di carcere.


Mauro Rossetti Busa

Mauro Rossetti Busa
C. C. di Agrigento
piazza Di Lorenzo 1
92100 Agrigento

Mauro Rosetti Busa è stato arrestato il 2 febbraio 2018 a Lucca, accusato di due attacchi incendiari avvenuti nella città lo stesso giorno, uno contro un distributore Eni e l’altro contro una sede di Casapound. A dicembre 2019 è stato condannato a 12 anni.


Operazione Ardesia

Leonardo Landi
C. C. di Sollicciano
via Girolamo Minervini 2r
50142 Firenze

L’anarchico Leonardo Landi è stato arrestato il 26 febbraio 2019 a seguito di una sentenza di cassazione relativa ad processo per una rapina avvenuta nel 2007, per cui alcuni anarchici vennero arrestati e indagati nel contesto dell’operazione «Ardesia». È stato condannato ad un residuo di pena di 2 anni e 8 mesi. Gli altri imputati condannati hanno scontato la sentenza.

Il 2 dicembre 2020 è stato trasferito dal carcere di Vibo Valentia a quello di Sollicciano a Firenze.


Operazione Prometeo

Giuseppe Bruna
C. C. di Pavia
via Vigentina 85
27100 Pavia

Natascia Savio
C. C. di Piacenza “San Lazzaro”
strada delle Novate 65
29122 Piacenza

Il 21 maggio 2019 sono stati arrestati tre anarchici nel contesto dell’operazione «Prometeo», eseguita dai carabinieri del ROS. Sono state fatte anche alcune perquisizioni. L’accusa principale è di «attentato con finalità di terrorismo o di eversione», poiché ritenuti responsabili dell’invio di tre pacchi-bomba arrivati nel giugno 2017 ai p. m. Rinaudo, pubblico ministero in parecchi processi contro il movimento antagonista e gli anarchici, e Sparagna, pubblico ministero nel processo per l’operazione Scripta Manent, e a Santi Consolo, all’epoca direttore del DAP, il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, di Roma. Non sono accusati di alcun reato «associativo». Tra luglio e agosto 2019, a più riprese, con l’intenzione di aggravarne l’isolamento, sono stati trasferiti nelle carceri di Alessandria, L’Aquila, Terni, Sassari, Rossano Calabro, Piacenza e Pavia. Un compagno è stato scarcerato nel dicembre 2019. Il 22 giugno 2020, dopo più di un anno di custodia cutelare per Beppe e Natascia, c’è stata l’udienza preliminare per il processo.

Il 17 dicembre 2019 è arrivata a Beppe un’altra custodia cautelare, sempre eseguita dal ROS. È accusato di aver posizionato un ordigno incendiario contro un postamat presso un ufficio postale (Genova, 8 giugno 2016). In quel periodo le Poste sono state attaccate ripetutamente a causa della collaborazione nell’espulsione e deportazione dei migranti attraverso la compagnia aerea Mistral Air (controllata dalle Poste).


Anarchici arrestati il 22 maggio 2019

Juan Antonio Sorroche Fernandez
C. C. di Terni
strada delle Campore 32
05100 Terni

Il 22 maggio 2019 sono stati arrestati gli anarchici Juan e Manuel. Il primo compagno era latitante da circa due anni per alcune condanne definitive. Sono state perquisite due abitazioni in provincia di Brescia e due abitazioni di genitori di un compagno e una compagna nell’hinterland bresciano. Manuel, inizialmente fermato e il cui arresto è stato poi convalidato, è accusato di «favoreggiamento personale», con l’aggravante di «favoreggiamento alla sottrazione dell’esecuzione della pena» (in riferimento alla latitanza di Juan). Nei giorni seguenti sono avvenute altre perquisizioni presso le stesse abitazioni già visitate. Juan è stato arrestato anche per un mandato di cattura per delle accuse («strage» e «attentato con finalità di terrorismo») inerenti un attacco esplosivo contro una sede della Lega Nord (Treviso, 12 agosto 2018).

Il 22 novembre 2019 Manuel è stato condannato a 3 anni e 2 mesi. Dal 5 marzo 2020 è stato posto agli arresti domiciliari con tutte le restrizioni, per poi essere scarcerato a luglio a seguito della sentenza d’appello, con cui è stato condannato a 10 mesi con la sospensione condizionale della pena.


Operazione Scintilla

Carla Tubeuf
C. C. di Vigevano
via Gravellona 240
27029 Vigevano (Pv)

Per riflessioni e maggiori informazioni sull’operazione “Scintilla”: Inseguendo la chimera.

Il 26 novembre 2019 è stato arrestato nei pressi di Verona l’anarchico Peppe. L’accusa principale è di «fabbricazione, detenzione e trasporto di materiale esplosivo», per l’invio, nel 2016, di un plico esplosivo alla Ladisa, l’azienda che allora gestiva la mensa nel CPR di Torino. Un episodio già contestato, insieme ad altri, agli arrestati del 7 febbraio 2019 all’interno dell’operazione «Scintilla» (una nota della questura torinese ha definito l’arresto come un’estensione di questa operazione). Il 17 giugno 2020 si è tenuta l’udienza di cassazione che ha accolto il ricorso e ha declassificato il reato in quanto il materiale non è stato considerato esplosivo ma pirotecnico. Giovedì 9 luglio c’è stata l’udienza di riesame e il giorno seguente Peppe è uscito dal carcere, senza ulteriori restrizioni.

Il 23 luglio 2020, in Francia, è stata arrestata Carla, anarchica latitante dal 7 febbraio 2019 in quanto destinataria di un mandato d’arresto nell’ambito dell’operazione «Scintilla». Nel mese di agosto è stata estradata in Italia.


Operazione Bialystok

Nico Aurigemma
C. C. di Terni
strada delle Campore 32
05100 Terni

Francesca Cerrone
C. C. di Latina
via Aspromonte 100
04100 Latina

Roberto Cropo
C. R. “S. Michele” — Alessandria
strada statale per Casale 50/A
15121 Alessandria

Flavia Digiannantonio
C. C. di Roma Rebibbia femminile
via Bartolo Longo 92
00156 Roma

Claudio Zaccone
C. C. di Siracusa
strada Monasteri 20/C
Contrada Cavadonna
96014 Floridia (Sr)

(Si consiglia l’invio di posta a Claudio attraverso «posta 1»).

In seguito ad una indagine partita dalla procura di Roma e denominata operazione «Bialystok», il 12 giugno 2020 sette anarchici sono stati arrestati in Italia, Spagna e Francia, il Bencivenga Occupato a Roma e alcune abitazioni sono state perquisite. Due persone sono state poste agli arresti domiciliari, mentre per altre cinque è stata disposta la detenzione in carcere. I cinque agli arresti in carcere sono accusati di «associazione sovversiva con finalità di terrorismo ed eversione», «istigazione a delinquere» e altri reati (tutti aggravati dalla «finalità di terrorismo») inerenti alcune iniziative in solidarietà con gli imputati del processo «Panico» a Firenze, dei presidi sotto le mura di diverse carceri e l’organizzazione di alcuni dibattiti, assemblee e concerti benefit presso il Bencivenga Occupato a Roma e in altri spazi. Per quanto riguarda le azioni specifiche, una persona tra le cinque in carcere è accusata di aver preso parte a un’attacco esplosivo contro la caserma dei carabinieri nel quartiere San Giovanni, azione rivendicata dalla Cellula “Santiago Maldonado” / FAI–FRI (Roma, 7 dicembre 2017), e un compagno agli arresti domiciliari è accusato di un attacco incendiario contro tre automobili Enjoy, il servizio di carsharing legato a ENI (Roma, 28 febbraio 2019). L’altro compagno agli arresti domiciliari, imputato anche nel processo «Panico», è stato scarcerato su disposizione del tribunale del riesame.

Nel mese di luglio Francesca è stata estradata dalla Spagna e trasferita in Italia, nel carcere di Latina. Il 28 dello stesso mese Roberto è stato trasferito dalla Francia in Italia, nel carcere di Rebibbia, a Roma, per poi essere trasferito ad Alessandria ad agosto. Prosegui la lettura…

Anarchici arrestati in provincia di Brescia il 22 maggio 2019

17 Giugno 2019 Commenti chiusi

Fonte

Il 22 maggio 2019 è stato arrestato il compagno anarchico Juan, latitante e ricercato da circa due anni per alcune condanne definitive. Sono state perquisite due abitazioni in provincia di Brescia e due abitazioni di genitori di un compagno e una compagna nell’hinterland bresciano. E’ stato arrestato anche un altro compagno (Manu), inizialmente fermato ed il cui arresto è stato poi convalidato (anch’esso è stato portato nel carcere di Brescia), accusato di “favoreggiamento personale” (art. 378 c. p.), con l’aggravante di “favoreggiamento alla sottrazione dell’esecuzione della pena” (in riferimento alla latitanza di Juan). Nei giorni seguenti sono avvenute altre perquisizioni presso le stesse abitazioni già perquisite. Inoltre Juan è accusato di un attacco esplosivo contro una sede della Lega Nord (agosto 2018, Treviso), con le accuse di “strage” e “attentato con finalità di terrorismo”. Per queste accuse avrebbe ricevuto una notifica di custodia cautelare in carcere. Ad inizio giugno sono stati trasferiti nelle carceri di Terni e Monza (Juan si trova in una sezione AS2).

INDIRIZZI PER SCRIVERE AI COMPAGNI

Juan Antonio Sorroche Fernandez
C. C. di Terni
strada delle Campore 32
05100 Terni

Manuel Oxoli
C. C. di Monza
via S. Quirico 6
20900 Monza (Mb)

Sulla sentenza Scripta Manent

19 Maggio 2019 Commenti chiusi

Fonte

Il 24 aprile la corte d’assise di Torino ha emesso la sentenza di primo grado per il processo Scripta Manent.
Alfredo è stato condannato a 20 anni, riconosciuto responsabile di possesso e trasporto di esplosivo in relazione all’ordigno al Parco Ducale ai RIS di Parma del 2005 (assolto dal reato di attentato perché “reato impossibile” in quanto l’interruttore dell’ordigno era spento), del plico esplosivo inviato all’allora sindaco di Bologna Cofferati nel 2005 (condannato per l’attentato più possesso e trasporto di esplosivo), degli attacchi con ordigni multipli alla scuola allievi carabinieri di Fossano nel 2006 e nel quartiere Crocetta a Torino nel 2007 (reato di strage aggravata dal fatto che l’obiettivo sarebbero state le forze dell’ordine; caduta l’aggravante della motivazione politica), dell’invio di plichi esplosivi all’allora sindaco di Torino, Chiamparino, al direttore del giornale Torino Cronaca, Giuseppe Fossati, e al COEMA edilità nel 2006. E’ inoltre indicato come promotore della FAI, riconosciuta come associazione sovversiva con finalità di terrorismo. E’ caduta l’aggravante della transnazionalità.

Anna è stata condannata a 17 anni per gli ordigni alla Crocetta e Fossano e per i plichi esplosivi del 2006, oltre che per associazione sovversiva con finalità di terrorismo come promotrice della FAI.

Nicola è stato condannato a 9 anni per associazione sovversiva con finalità di terrorismo.

Marco e Sandro sono stati condannati a 5 anni per partecipazione ad associazione sovversiva con finalità di terrorismo.

Assolti tutti gli altri imputati. Tutti i condannati rimangono in carcere, mentre viene scarcerato Danilo e Valentina esce dai domiciliari.

La corte ha 90 giorni di tempo dal 24 aprile per scrivere le motivazioni della sentenza.

Operazione antiterrorista a Madrid

19 Maggio 2019 Commenti chiusi

Tradotto da Contramadriz

Nelle prime ore del 13 maggio, irrompevano nelle nostre case e nello spazio anarchico La Emboscada, tre settimane dopo la sua inaugurazione, un’unità anti-sommossa insieme al gruppo 21 della Brigata Provinciale d’Informazione di Madrid, dedicata esclusivamente allo spionaggio e alla caccia contro gli/le anarchicx.

Ci hanno informato che venivano con un mandato di perquisizione e arresto per due di noi sotto l’accusa di terrorismo.
Durante la
perquisizione, durata circa 6 ore, compagnx di tutta Madrid sono venuti a mostrare il loro sostegno.

Nel frattempo, la polizia sembrava particolarmente interessata a prendere vestiti: cappotti colorati e neri, sciarpe di colori specifici, foulard, fazzoletti a fiori, calzature specifiche; erano anche interessati ad agende, calendari, alcuni taccuini e appunti, note tra le pagine dei libri, computer, hard disk, schede di memoria, usb, cellulari, macchine fotografiche e video, CD e DVD, strumenti di costruzione e, in particolare, martelli; così come adesivi, toppe e magliette del marchio M.A.L.P (Merda A La Polizia); manifesti e propaganda in relazione al controvertice del G20 2017. Prosegui la lettura…

Scritto di Stecco dal carcere di Tolmezzo

12 Maggio 2019 Commenti chiusi

Fonte

Cari compagni e compagne,
è giunta l’ora di dire qualcosa riguardo a quello che è successo in febbraio.
Sono passati poco più di due mesi dal nostro arresto con l’operazione “Renata”, e posso dire di essere sereno e forte, sicuro come non mai che la lotta prosegue nonostante i colpi inferti dallo Stato.

Il mio arresto a Torino, nelle vicinanze di corso Giulio, è avvenuto intorno alle 17,00 in modo tranquillo. Mentre stavo lasciando il compagno con cui mi trovavo, avevo notato il tipico poliziotto in borghese davanti a me alla fermata del tram, pochi secondi dopo mi sono trovato circondato. Posso dire che tutto si è svolto con molta tranquillità, e mi vien da dire con una fastidiosa “gentilezza”, al contrario di come sono stati trattati i miei compagni e compagne in Trentino. Prosegui la lettura…

Aggiornamenti Operazione Renata

10 Maggio 2019 Commenti chiusi

Testo dal Trentino

Il 7 maggio, a Trento, si è svolta l’udienza di “appello cautelare” (una specie di appello del Riesame) per i compagni e le compagne arrestati il 19 febbraio. I compagni in carcere – a parte Stecco, che rimane detenuto per un altro definitivo di pena – sono ora ai domiciliari (con tutte le restrizioni). Sasha, che era già ai domiciliari, ha l’obbligo di dimora a Rovereto e il rientro a casa fra le 21 e le 7. Continua la mobilitazione in vista del processo. E la solidarietà per i compagni ancora in carcere, soprattutto per le compagne a L’Aquila, a cui deve andare tutto il nostro sostegno. Un pensiero particolare anche ai compagni dell’operazione “Scripta manent” colpiti da pesanti condanne, solidarietà e forza!

compagne e compagni del Trentino

 

Russia: Aggiornamenti dal processo contro gli anarchici (19/04/2019)

6 Maggio 2019 Commenti chiusi

Da Anarhija.info

Il 19 aprile l’anarchico Evgenij Karakašev di Eupatoria [Crimea, ndt] è stato condannato dal tribunale distrettuale militare della Ciscaucasia, a Rostov sul Don, per istigazione al terrorismo attraverso il social network russo “Vkontakte”.

Il tribunale lo ha condannato a 6 anni di carcere. Gli è anche stato vietato di gestire siti internet per 2 anni. Evgenij Karakašev ha reagito tranquillamente al verdetto. La procura russa aveva chiesto 9 anni di carcere per Karakašev. Il suo avvocato presenterà ricorso contro la decisione del Tribunale militare.

Questa è sola l’ultimo di una serie di episodi nei quali FSB [Servizio Sicurezza Federale, ntd] ha fatto uso sistematico della tortura per costringere gli arrestati a firmare confessioni false in modo da fabbricare “cospirazioni terroriste” coinvolgendo gli attivisti.

Il 1° febbraio 2019 gli agenti del FSB, l’apparato russo per la sicurezza statale, discendente dal KGB, hanno arrestato una dozzina di persone in tutto il paese, nell’ultima ondata della loro campagna repressiva contro gli anarchici accusati. Dopo averli brutalmente torturati nel corso delle successive 24 ore, per costringerli ad accettare le dichiarazioni incriminanti, ne hanno rilasciati 11. Il dodicesimo arrestato, Azat Miftakhov, era temporaneamente scomparso all’interno del sistema legale, mentre il FSB aveva continuato a torturarlo e impedendo l’accesso del suo avvocato.

[NdT: per informazioni e/o sostegno scrivere a Croce Nera Anarchica Mosca abc-msk@riseup.net]

avtonom.org

GRECIA: usare le idee come prove – il laboratorio della repressione dello stato greco

31 Marzo 2019 Commenti chiusi

Liberamente tradotto da

Dopo diversi tentativi falliti in tutta Europa per incastrare gli anarchici e gli altri anti-autoritari con accuse di cospirazione e terrorismo, lo stato greco è in prima linea nello sviluppo di nuove strategie legali per attaccare i movimenti sociali. L’articolo 187A del codice penale greco esiste dal 2004, ma l’anno scorso i funzionari greci l’hanno usato in modo nuovo contro Nikos Romanos e altri prigionieri anarchici, condannandoli e sentenziandoli a molti anni di reclusione sulla base di una nuova interpretazione dell’articolo. Indipendentemente dal fatto che questi verdetti siano rovesciati nelle corti superiori, i processi indicano un importante spostamento strategico nel monitoraggio dei movimenti sociali in Grecia. Offrono un importante segnale di avvertimento sulle nuove forme che la repressione può assumere in tutto il mondo mentre il conflitto sociale si intensifica.

Le leggi greche antiterroriste derivano in gran parte dalle direttive delle Nazioni Unite e dall’Europa; in gran parte sono state fatte nel periodo posteriore all’11 Settembre. Il governo socialdemocratico del PASOK introdusse la maggior parte della legislazione Greca antiterrorista nel 2001 ; in quel momento era diretto principalmente ad organizzazioni criminali. Ma nel 2004, il governo di destra Nueva Democracia (Νέα Δημοκρατία ) introdusse un nuovo capo d’imputazione: “organizzazione terrorista”. L’infame articolo 187A apparve in questo pacchetto legislativo. Introducendo un nuovo capo d’imputazione: “organizzazione terrorista”.

L’articolo187A definisce la natura e la portata delle chiamate organizzazioni criminali e terroriste e descrive anche il ruolo del terrorista individuale all’interno di un’organizzazione. In entrambi i casi, non é necessario che si commetta un delitto reale per determinare che una persona ha partecipato in un atto coordinato contro lo stato, e quindi può essere incarcerato per molti anni. L’articolo da al giudice la facoltà di interpretare le prove, proporzionate dalla polizia, anche se lo stesso deve considerarle opportune. Questo é già successo in molti arresti e incarceramenti di lungo termine, principalmente contro anarchici e antiautoritari.

Quando Nikos Romanos e altri anarchici hanno affrontato il giudizio, lo scorso anno, il pm ha enfatizzato ripetutamente: “Sono anarchici, quindi le loro azioni sono terroriste.” Questa frase riassume il messaggio che lo stato greco, vuole inviare.

Il caso di Nikos Romanos ce lo mostra chiaramente.Éé stato sentenziato a 15 anni e 10 mesi di prigione nel 2014 , dopo che la polizia l’arrestó e torturó brutalmente per avere espropriato una banca a Venvento, Kozani. Inoltre accusano lui ed altri cinque di partecipare a una presunta organizzazione terrorista, la Cospirazione delle Cellule di Fuoco; tutti gli accusati lo negano. Lo stato non ha mai dimostrato che facevano parte di questa rete e di conseguenza, non li condannono per accuse di cospirazione o terrorismo.

Considerando che l’ accusa per le prove é troppo alta affinché lo stato incarceri questi anarchici per partecipare in una lotta collettiva, i funzionari si sono inventati una nuova strategia, per il processo. A questo proposito la presenza dell’articolo 187A processa una idea. Questa strategia colpisce il cuore del movimento anarchico ingovernabile greco che si basa soprattutto su di un etica condivisa. Quando Nikos Romanos ha affrontato le accuse addizionali insieme ai suoi compagni nel 2018 , già non veniva accusato di realizzare atti di terrorismo collettivo; ma veniva accusato di essere un terrorista individuale sulla base delle sue idee. La conseguenza é stata che ha ricevuto una pena più severa per essersi dichiarato anarchico piuttosto che per rubare una banca .

Non é un caso che l’articolo 187A sia stato usato per la prima volta in questa maniera contro un anarchico che era anche amico di Alexis Grigoropoulos, assassinato dalla polizia nelle strade di Exarchia e non é nemmeno una coincidenza che le autorità abbiano usato l’articolo 187A contro Romanos dopo lo sciopero della fame che portó avanti in carcere nel 2014, il che provoco scontri massivi in Grecia e proteste di solidarietà in tutto il mondo. Le autorità greche sperano di schiacciare la corrente più militante del movimento anarchico e dare agli altri una falsa sensazione di sicurezza, come se quello che successe a Nikos Romanos fosse un caso isolato di un estremista che riceve un castigo estremo e che potrebbe coinvolgere la repressione in tutti i movimenti sociali in Grecia. In linea di massima il giudizio per terrorismo individuale e destinato a rompere qualsiasi forma di solidarietà facendo in modo che le persone abbiano paura di difendere qualcuno nemico dello stato e allo stesso tempo essere considerate terroristi individuali.

L’unico modo di contrattaccare questa strategia e creare una solidarietà abbondante al posto di quella scarsa che pretendono produrre. Non si tratta solo di Nikos Romanos e altri anarchici specifici arrestati. Si tratta del futuro della resistenza in se e non solo in Grecia.

Dobbiamo analizzare l articolo 187A in un contesto più ampio. Durante più di un secolo i Balcani hanno funzionato come un laboratorio stradale per sperimentare odio nazionalista, fomentare guerre civili e schiacciare i movimenti sociali. Non c’é dubbio che la Grecia abbia uno dei movimenti anarchici più prosperi e attivi in Europa; ed e per questo che altri paesi la osservano con attenzione per questa ragione. Allo stesso modo per cui la Germania esporta tecniche di controllo di massa e gas lacrimogeni al sud , quello che succede in Grecia, potrebbe essere esportato come un modello per distruggere i movimenti in altri luoghi.

Dopo l’auge e l’inevitabile tracollo di partiti politici di sinistra come Podemos, Syriza y Die Linke in Europa, e l’auge e l’egualmente inevitabile salita dei partiti politici e governi di destra ed estrema destra e apertamente pro-fascisti in Ungheria. Austria e Polonia e Italia. I politici di centro stanno tentando disperatamente forme per mantenersi vivi dove il potere glielo permette.

I partititi di centro estremo devono dimostrare di essere alternativa razionale ai movimenti di destra e sinistra.

In una situazione assurda in cui la neoliberale guerrafondaia, Angela Merkel, si è apparentemente trasformata nell’unica che difende i diritti dei migranti, è chiaro che coloro che sono al centro intendono distinguersi falsamente dalla destra attraverso un discorso di liberalità riformista, quello dei “Diritti umani”, mentre allo stesso tempo deportano i migranti nelle zone di guerra e li privano della dignità umana nelle prigioni di massima sicurezza e nei campi profughi in tutta Europa.

Ma quelli che sono al centro devono fare qualcosa di più che mostrare semplicemente di essere più razionali e ragionevoli dell’estrema destra. Essi devono anche dimostrare che i valori della vera solidarietà, il sostegno reciproco, l’uguaglianza, l’orizzontalità, anticapitalismo, anti-sessismo e l’auto-organizzazione non sono la risposta alla crescente ondata di politiche fasciste e le crisi ambientali ed economici della nostra epoca . Devono scoprire come indirizzare i capri espiatori all’interno dei movimenti sociali. Ecco perché stanno mettendo alla prova l’anarchismo, ma non solo gli anarchici. Per conservare il potere, devono impedire alle persone di sviluppare la capacità di immaginare altre forme di organizzazione sociale al di là del capitalismo e dello Stato. Introducendo e ampliando i metodi più severi di repressione, quelli nel centro ci spingono sempre più velocemente verso uno stato di centro estremo in cui la destra non ha bisogno di prendere il potere per attuare la sua agenda, perché le politiche del centro stesso creano di fatto fascisti sul terreno.

Devono scoprire come riferirsi ai capri espiatori dentro i movimenti sociali. E per questo che stanno facendo le prove con l’anarchismo, e non solo con gli anarchici. Per conservare il potere, devono evitare che le persone sviluppino la capacita di immaginarsi altre forme di organizzazione sociale che vadano più in la del capitalismo e dello stato. Introducendo ed espandendo i metodi più duri di repressione, quelli del centro ci spingono sempre più rapidamente verso uno stato di centro estremo, in cui dalla destra non ha bisogno di prendere il potere per migliorare la sua agenda perché le politiche del centro sono in se stesse fasciste nella pratica.

I giudizi in virtù del articolo 187A, l’introduzione di leggi sempre più restrittive e la crescente impunitá della polizia e dei militari in tutto il mondo costituiscono un attacco alle nostre comunità e la possibilità di una possibile collettivizzazione. Si tratta di un tentativo per dividerci, isolarci e abbatterci, in maniera tale che dovremmo accettare qualsiasi ingiustizia che lo stato ci imponga. La costruzione del terrorista individuale come nuovo obbiettivo per l’applicazione della legge solo sulla base ideologica, sta minacciando tutti quelli che si permettono di mettere in dubbio l’ordine stabilito.

In queste circostanze, praticamente qualsiasi persona può essere perseguita. L’unico modo di lottare contro tutto questo e rimanere uniti.

La seguente intervista con Nikos Romanos e apparsa originalmente in greco in Apatris, un periodo anarchico di strada in Grecia .