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Operazione antiterrorista a Madrid

19 Maggio 2019

Tradotto da Contramadriz

Nelle prime ore del 13 maggio, irrompevano nelle nostre case e nello spazio anarchico La Emboscada, tre settimane dopo la sua inaugurazione, un’unità anti-sommossa insieme al gruppo 21 della Brigata Provinciale d’Informazione di Madrid, dedicata esclusivamente allo spionaggio e alla caccia contro gli/le anarchicx.

Ci hanno informato che venivano con un mandato di perquisizione e arresto per due di noi sotto l’accusa di terrorismo.
Durante la
perquisizione, durata circa 6 ore, compagnx di tutta Madrid sono venuti a mostrare il loro sostegno.

Nel frattempo, la polizia sembrava particolarmente interessata a prendere vestiti: cappotti colorati e neri, sciarpe di colori specifici, foulard, fazzoletti a fiori, calzature specifiche; erano anche interessati ad agende, calendari, alcuni taccuini e appunti, note tra le pagine dei libri, computer, hard disk, schede di memoria, usb, cellulari, macchine fotografiche e video, CD e DVD, strumenti di costruzione e, in particolare, martelli; così come adesivi, toppe e magliette del marchio M.A.L.P (Merda A La Polizia); manifesti e propaganda in relazione al controvertice del G20 2017.

Durante l’indagine, che è in corso da marzo 2017, sono stati messi sotto controllo: e-mail, posta ordinaria, telefoni cellulari, tablet, whatsapp, icloud, dropbox e comunicazioni in generale. Per ora, non abbiamo più informazioni, dal momento che l’indagine continua sotto segretezza.
Siamo stat
x trattenutx 32 ore e, anche se ci sono stati momenti in cui la situazione era confusa e non sembrava favorevole, qualsiasi tristezza o paura è diventata insignificante quando siamo uscitx e abbiamo visto il sostegno e la solidarietà che abbiamo ricevuto dai nostri compagnx e amicx.

Perché anche se lo Stato viene a prenderci, le idee e le pratiche che perseguitano sono irrefrenabili e si moltiplicano in ogni gesto di solidarietà. E anche se non sappiamo di cosa siamo accusatx, abbiamo molto chiaro ciò che siamo e sul motivo per cui siamo perseguitatx: non ci pentiamo e non ci pentiremo mai di essere anarchici.
La repressione è sempre stata alla ricerca di coloro che combattono, ma per tutta la vita
questo ci ha dato forza e incoraggiamento sapendo che c’erano anarchici in tutto il mondo e persone che condividevano la nostra affinità e, vivendo ciò in prima persona e trovando così tanta gente (dalla nostra parte), è stato molto bello e significativo per noi.

Nessun anarchico resterà solo finché ci saranno compagnx che continuano a combattere.

Un abbraccio ad Embers, arrestato il 1 maggio a Parigi e ancora in prigione insieme a molti altri. E a tutti gli altri anarchici e anarchiche prigionierx in lotta, che non dimentichiamo.