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Processo del Brennero, videoconferenza e altre cose

20 Aprile 2019 Commenti chiusi

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Oggi si è tenuta al Bolzano l’udienza filtro per la manifestazione del 2016 al Brennero.

Partiamo da una fotografia. Di fronte al tribunale c’è un gigantesco monumento fascista al quale la Provincia di Bolzano – soprattutto su pressione degli autonomisti sudtirolesi – ha fatto giustapporre una frase di Hannah Arendt: “Nessuno ha il diritto di obbedire”. Sotto la scritta, c’erano blindati della Celere e dei carabinieri e un tank dell’esercito (nonostante a Bolzano non ci sia “strade sicure”, i militari stazionavano nella piazza da un mese appositamente per il processo). E poi parcheggi rimossi, furgoni e auto di polizia e carabinieri ovunque a chiudere la zona del tribunale.

Gli imputati in carcere non erano presenti al processo perché gli è stata imposta la videoconferenza, su disposizione del DAP e su richiesta del presidente del tribunale. In una decina di imputati a piede libero (o ai domiciliari) siamo entrati in aula. Indossando in diversi delle magliette con scritto “No videoconferenza” abbiamo interrotto l’udienza in solidarietà con i compagni arrestati urlando “terrorista è lo Stato”. Al giudice che diceva: “La videoconferenza è prevista dalla normativa”, un compagno ha riposto: “Anche i campi di concentramento nazisti erano previsti dalla normativa. Voi continuate a obbedire, alla faccia della frase di Hannah Arendt qui di fronte. I terroristi siete voi”.

Qualche imputato in carcere ha rifiutato la videoconferenza. Altri l’hanno usata per esporre dei cartelli e denunciare questa misura di ulteriore isolamento. Agnese ne ha approfittato per dire che la sezione dell’Aquila in cui sono rinchiuse è una tomba e per far sapere che stanno subendo il blocco totale della posta.

L’impronta del 41 bis – all’Aquila e a Tolmezzo – si estende al resto del carcere. Un carcere di guerra.

Dobbiamo fare una battaglia anche contro tutto ciò.

Apprendiamo dai giornali che il pomeriggio stesso dell’udienza un treno è stato bloccato a Trento da un gruppo di “incappucciati”: striscione in solidarietà con gli arrestati e gli imputati del Brennero e e catene sui binari. Causati 90 minuti di ritardi ferroviari.

Di seguito il volantino distribuito da imputati e altri compagni fuori dal tribunale. Prosegui la lettura…