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Archivio per la categoria ‘propagandA’

Dr Gré & Mr Nobody – Power Generation

17 Gennaio 2021 Commenti chiusi

Direttamente dai reconditi sounds del movimento Tekno, una canzone di protesta.

Reina del Caos – Rebeca Lane

17 Gennaio 2021 Commenti chiusi

Rap acrata dal Guatemala.

Campagna Grafica Antipoliziesca

16 Gennaio 2021 Commenti chiusi

TRADOTTO E RIPRESO DA QUA

CAMPAGNA GRAFICA “TUTTI ODIANO LA POLIZIA

La data limite di consegna è il 14 febbraio 2021

Dalla penisola isterica fino agli angoli più sperduti di qualsiasi continente, in tutte le lingue che esistono, con tutte le espressioni di rabbia e odio che hanno accompagnato questi gesti, lo sappiamo, TUTTI ODIANO LA POLIZIA. Nonostante le campagne pubblicitarie nella metro, le serie che ci vendono nelle piattaforme virtuali e le persone che ci tormentano con il loro insulso e codardo cittadinismo, sappiamo che gli sbirri non sono nostri amici. Mai lo sono stati e mai lo saranno. Ed ogni giorno che passa, con ogni nuovo colpo che tenta di distruggerci e con tutto lo sforzo che implica reggere le botte e mantenersi fortx, continuiamo a ripetere lo stesso ritornello: vi odiamo. E partendo da questa rabbia che affonda le sue radici in ogni storia individuale o collettiva che abbiamo vissuto, che vi invitiamo a partecipare a questa campagna grafica, il cui contenuto è proprio il nostro disprezzo per quelli che qualcuno chiamo forze dell’ordine.

Le basi della convocazione sono:

  • Disegni liberi con il tema centrale del nostro odio verso la polizia. Non accetteremo lavori con contenuti oppressori (razzisti, machisti, transofobi, omofobi, specisti), né che evidenzino vincoli con partiti politici, sindacati o istituzioni.
  • I disegni potranno essere in bianco e nero o a colori.
  • Liberate la vostra immaginazione.
  • Immagini con la misura10.5cm×14.8cm
  • Risoluzione minima 300dpis

I lavori andranno inviati alla mail: quemandoarcas@riseup.net Se vuoi partecipare o hai qualche dubbio o qualcosa da commentare, scrivici.

Tutti i lavori saranno pubblicati sulla pagina www.quemandoarcas.noblogs.org per renderli accessibili e scaricabili e farne l’uso che si ritiene più opportuno.

Noi abbiamo intenzione di farne copie in solidarietà con le persone coinvolte nell’Operazione Arca.

IT Rockin’ Squat – Democratie Fasciste 5 feat Wise Intelligent (Son Officiel)

15 Gennaio 2021 Commenti chiusi

Zazza – Ente Nacional // Extended Version // feat. Fava, Loop Penn e Dj Proto Khay

15 Gennaio 2021 Commenti chiusi

Il brano è ispirato ad uno degli episodi che hanno segnato per sempre la salute dei territori e delle persone, l’esplosione della colonna di arsenico avvenuta nel ’76 a Manfredonia , all’interno dello stabilimento petrolchimico Eni. Uno dei tanti disastri ecologici che hanno mostrato negli anni il lato oscuro di questo modello industriale.

J.S.P. Crew – Intro (Official Video)

15 Gennaio 2021 Commenti chiusi

“Sta cultura ha un potenziale illimitato”

Scopro con piacere questa crew romana, gli J.S.P. (Je so’pazz’), nata nel 2015. Questo pezzo è estratto dal loro primo disco “Lotto con me stesso”, uscito nel novembre 2020.

A volte ritornano

14 Gennaio 2021 Commenti chiusi

Ciao a tutti e tutte, siamo lieti di annunciarvi che dopo quasi due anni di latitanza cibernetica torna attiva la pagina https://raap.noblogs.org/ , nata nel 2018 per essere una specie di contenitore del Rap AntiAutoritario italiano ma non solo.

Il blog, che spamma anche notizie dalla galassia anarchica, sarà aggiornato in maniera altalenante, a seconda dei tempi, degli stimoli e delle eventuali segnalazioni che arrivano. Senza voler assolutamente sostituire canali di controinformazione molto più “seri e affidabili”, si darà spazio chiaramente al Rap di Protesta ma anche alle notizie riguardanti prigionierx, testi dal carcere, iniziative, mobilitazioni e purtroppo le ben note azione repressive dello Stato.

Per chi fosse interessatx a saperne di più, guardatevi sto link che spiega mpo’ il progetto: https://raap.noblogs.org/chi-siamo-e-perche-questo-sito/

Invece per capire come orientarsi nella pagina andate qua: https://raap.noblogs.org/istruzioni-per-luso/

Per contatti e segnalazioni questa è la mail: alzaitoni@inventati.org

Per il cAos nelle sue variegate forme

Categorie:blog, propagandA, R.A.A.P., Testi Tag: , ,

CUBA CABBAL – ORA X

14 Gennaio 2021 Commenti chiusi

Direttamente dalla Costa Nostra, Mr. Cuba Cabbal…duri a cambiare!

Gente seria!

Anna trasferita a Messina

14 Gennaio 2021 Commenti chiusi

Il 13 gennaio Anna è stata trasferita nuovamente a Messina.

Il suo indirizzo è:

Anna Beniamino
C. C. di Messina “Gazzi”
via Consolare Valeria 2
98124 Messina

NO FANG – GIORNI SCURI feat. Cesaroots

14 Gennaio 2021 Commenti chiusi

Pezzo dei NoFang, crew meticcia di origine pugliese, nata in Emilia Romagna.

Da ascoltare se ci capite qualcosa…

Anarchici in carcere (in Italia) e indirizzi per scrivergli

14 Gennaio 2021 Commenti chiusi

Riprendo da Malacoda

ITALIA

Davide Delogu

Davide Delogu
C. C. di Caltagirone
Contrada Noce, S. Nicola Agrò
95041 Caltagirone (Ct)

Davide Delogu è un anarchico sardo condannato per alcune rapine e furti. Il 1 maggio 2017 ha tentato di evadere dal carcere di Brucoli (ad Augusta, in Sicilia), quasi riuscendovi. Il compagno è deportato dalla Sardegna e in anni recenti è stato rinchiuso nelle carceri di Brucoli (Augusta), Rossano Calabro, Palermo Pagliarelli, fino al recente trasferimento a Caltagirone.


Operazione Scripta Manent

Anna Beniamino
C. C. «Gazzi» femminile
via Consolare Valeria 2
98124 Messina

Alfredo Cospito
C. C. di Ferrara
via Arginone 327
44122 Ferrara

Il 6 settembre 2016 sono stati arrestati cinque anarchici nell’ambito dell’operazione «Scripta Manent». Per altri due compagni già prigionieri (Alfredo e Nicola) viene imposta una nuova carcerazione e contestualmente agli arresti avvengono 32 perquisizioni domiciliari contro una trentina di anarchici. Nel corso di una di queste un altro compagno viene arrestato con l’accusa di possesso di materiali adatti alla realizzazione di ordigni, e scarcerato alcuni mesi dopo. Le principali accuse sono: di aver costituito o partecipato ad una «associazione sovversiva con finalità di terrorismo ed eversione dell’ordine democratico», in riferimento alla FAI (Federazione Anarchica Informale) e successivamente alla FAI–FRI (Federazione Anarchica Informale – Fronte Rivoluzionario Internazionale); solo per alcuni compagni, di «attentato con finalità di terrorismo», «atto di terrorismo con ordigni micidiali o esplosivi», «strage» e «possesso e trasporto di esplosivi» in riferimento a 11 azioni realizzate tramite pacchi-bomba e ordigni esplosivi tra il 2005 e il 2007, tranne una avvenuta nel 2016 (l’attacco al tribunale di Civitavecchia); sempre solo per alcuni compagni, di «istigazione a delinquere» con l’aggravante della finalità terroristica in riferimento alla pubblicazione dell’ultima edizione di “Croce Nera Anarchica” (quattro numeri tra il 2014 e il 2017) e per la gestione di alcuni siti internet.

Una consistente parte dell’operazione «Ardire» (giugno 2012), che comportò l’arresto di otto compagni, la custodia cautelare per altri due compagni all’epoca già prigionieri e innumerevoli perquisizioni, è confluita in Scripta Manent. Allo stesso modo, sono confluite in Scripta Manent innumereovoli indagini inerenti la FAI, alcune delle quali precedentemente archiviate e riaperte per l’occasione. Buona parte delle accuse riguardanti le azioni sono legate al raffronto, tramite perizie richieste dall’accusa, tra le rivendicazioni e lo stile scrittorio di alcuni imputati, per i quali, appunto tramite queste perizie, l’accusa avrebbe dimostrato la pertinenza alla FAI–FRI. Invece, per quanto riguarda l’attacco alla sede del RIS di Parma nel 2005, si aggiunge anche una contraddittoria traccia di DNA che è stata attribuita ad Alfredo (e che in passato, negli arresti richiesti per la cosiddetta operazione «Replay», era stata giudicata troppo frammentaria per essere considerata come prova effettiva).

Nei primi giorni di giugno 2017 è stata notificata un’altra indagine ad altri sette compagni anarchici, successivamente accorpata a Scripta Manent (i cui indagati quindi sono saliti a 23 persone). Il processo, iniziato il 5 giugno 2017 nell’aula bunker del tribunale di Torino presso il carcere de Le Vallette, ha come pubblico ministero Roberto Sparagna. Ad alcuni compagni è stata imposta la videoconferenza dal carcere, quindi l’impossibilità di essere presenti nell’aula di tribunale durante le udienze.

A partire dal mese di febbraio 2019 il p. m. ha esposto la sua requisitoria e in seguito le proprie richieste di condanna (poco più di 200 anni per 23 persone complessivamente, con pene massime tra i 29 e i 30 anni). Il 24 aprile, a seguito delle decisioni dei giudici, è stata emessa la sentenza di primo grado da parte del tribunale di Torino, che ha condannato cinque compagni: Anna a 17 anni, Marco a 5, Alfredo a 20, Nicola a 9, Alessandro a 5. Questi cinque compagni sono quindi stati riconosciuti come promotori o partecipi in una «associazione sovversiva con finalità di terrorismo ed eversione dell’ordine democratico», mentre i soli Anna e Alfredo sono stati condannati per sette attacchi esplosivi rivendicati FAI tra il 2005 e il 2007; Alfredo per tutte sette le azioni, mentre Anna per tutte tranne le due risalenti al 2005. Sono stati assolti da ogni accusa i restanti 18 compagni imputati (specificatamente, anche i compagni condannati sono tutti stati assolti per l’articolo 414 c. p., «istigazione a delinquere»). In particolare, tra i compagni assolti da ogni accusa a seguito della sentenza di primo grado, Danilo in carcere nella sezione AS2 a Ferrara e Valentina costretta agli arresti domiciliari (precedentemente anch’essa in carcere, prima a Latina poi a Roma Rebibbia femminile) sono stati scarcerati dopo poco più di due anni e mezzo in custodia cautelare.

Il 1 luglio 2020 è iniziato il processo d’appello. Essendo definitivamente entrata in vigore la normativa riguardo la videoconferenza, nessun compagno attualmente in carcere potrà essere presente in aula fisicamente.

Nel mese di agosto 2020 Anna è stata trasferita nel carcere di Roma Rebibbia femminile.

Il 24 novembre 2020 è stata emessa la sentenza del processo d’appello: Anna è stata condannata a 16 anni e 6 mesi, Alfredo a 20 (come in primo grado) in continuazione con la sentenza del processo per l’azione contro Adinolfi (se confermata anche con la sentenza di cassazione, la condanna avuta nel processo per l’azione contro Adinolfi andrà ricalcolata in continuazione con la sentenza di Scripta Manent), Nicola a 1 anno e 1 mese in continuazione con la sentenza del processo per l’azione contro Adinolfi, Alessandro è stato assolto, Marco è stato assolto dall’accusa di «associazione sovversiva con finalità di terrorismo ed eversione dell’ordine democratico» ma condannato a 1 anno e 9 mesi per «istigazione a delinquere» in relazione a “Croce Nera Anarchica” (per questa accusa sono stati condannati anche Anna, Alfredo e Nicola). Oltre a ciò si sono avute ulteriori nove condanne ad altrettanti compagni per «istigazione a delinquere», tutte tra i 2 anni e 6 mesi e 1 anno e 6 mesi. Nicola, Alessandro e Marco sono stati scarcerati.

Il 13 gennaio 2021 Anna è stata trasferita nel carcere di Messina, dove era reclusa fino ad agosto 2020.

Alfredo e Nicola si trovavano già in carcere a seguito delle condanne (rispettivamente, a circa 9 e 8 anni ciascuno) nel processo dove erano accusati dell’azione di ferimento contro Roberto Adinolfi, amministratore delegato di Ansaldo Nucleare (Genova, 7 maggio 2012), azione rivendicata dal Nucleo Olga / FAI–FRI. Nel 2013, durante il processo, entrambi hanno rivendicato individualmente la realizzazione dell’azione.


Maddalena Calore

Maddalena Calore
C. C. “Ettore Scalas” — Uta
zona industriale Macchiareddu
2° strada ovest Uta (SP1)
09010 Uta (Ca)

Anarchica arrestata nel marzo 2017 a Cagliari per un residuo di pena di 4 anni e 3 mesi dovuto a precedenti condanne.


Operazione Panico

Il 3 agosto 2017 nel contesto di una operazione repressiva contro gli anarchici a Firenze, è stata sgomberata l’occupazione anarchica La Riottosa e sono stati arrestati otto anarchici, accusati di aver compiuto un attacco esplosivo contro la libreria «Il Bargello» (Firenze, 1 gennaio 2017), uno spazio legato a fascisti e al partito Casapound, e un attacco incendiario contro una caserma dei carabinieri nel quartiere di Rovezzano (Firenze, 21 aprile 2016). Durante lo scoppio dell’ordigno contro «Il Bargello» rimase gravemente ferito un poliziotto artificiere, che ha perso parte di una mano e un occhio. Tra le innumerevoli accuse, ci sono quelle di tentato omicidio e associazione a delinquere. Quest’ultima imputazione si lega alla cosiddetta operazione «Panico» (dal nome di un’altra occupazione anarchica fiorentina) che comportò delle perquisizioni e tre arresti il 31 gennaio 2017 e che è stata accorpata all’indagine scaturita negli arresti del 3 agosto.

Tranne Ghespe, tutti gli altri compagni sono stati successivamente scarcerati, alcuni dei quali dopo pochi giorni l’operazione repressiva. Tra marzo e aprile 2018 Giovanni e Paska sono stati nuovamente arrestati a seguito di una decisione della cassazione. Un altro compagno, anch’esso arrestato ad agosto 2017, è destinatario di altre misure restrittive. Nel mese di giugno 2019 Giovanni e Paska sono stati trasferiti agli arresti domiciliari. Il 21 giugno è stato trasferito agli arresti domiciliari anche Ghespe.

Il 22 luglio 2019 è stata emessa la sentenza nel processo di primo grado: una ventina di persone sono state condannate, tra cui Giovanni, Paska e Ghespe a pene tra i 9 anni e i 9 anni e 10 mesi circa (principalmente per le accuse inerenti l’azione del 1 gennaio 2017). Tra gli altri condannati, nove sono stati riconosciuti come partecipanti ad una associazione a delinquere e, tra questi, due compagne ritenute «cape» di tale associazione sono state condannate a pene tra i 5 e i 6 anni circa. Un compagno, anch’esso condannato per associazione a delinquere, è stato assolto dall’accusa di aver compiuto l’azione del 1 gennaio 2017. Tutte le condanne – eccetto quelle di Giovanni, Paska e Ghespe – sono sospese.


Paolo Todde

Paolo Todde
C. C. “Ettore Scalas” — Uta
zona industriale Macchiareddu
2° strada ovest Uta (SP1)
09010 Uta (Ca)

Anarchico sardo e indipendentista arrestato il 31 ottobre 2017 a seguito di una rapina a mano armata in un ufficio postale di Cagliari. Al termine del processo di primo grado è stato condannato a 6 anni di carcere.


Mauro Rossetti Busa

Mauro Rossetti Busa
C. C. di Agrigento
piazza Di Lorenzo 1
92100 Agrigento

Mauro Rosetti Busa è stato arrestato il 2 febbraio 2018 a Lucca, accusato di due attacchi incendiari avvenuti nella città lo stesso giorno, uno contro un distributore Eni e l’altro contro una sede di Casapound. A dicembre 2019 è stato condannato a 12 anni.


Operazione Ardesia

Leonardo Landi
C. C. di Sollicciano
via Girolamo Minervini 2r
50142 Firenze

L’anarchico Leonardo Landi è stato arrestato il 26 febbraio 2019 a seguito di una sentenza di cassazione relativa ad processo per una rapina avvenuta nel 2007, per cui alcuni anarchici vennero arrestati e indagati nel contesto dell’operazione «Ardesia». È stato condannato ad un residuo di pena di 2 anni e 8 mesi. Gli altri imputati condannati hanno scontato la sentenza.

Il 2 dicembre 2020 è stato trasferito dal carcere di Vibo Valentia a quello di Sollicciano a Firenze.


Operazione Prometeo

Giuseppe Bruna
C. C. di Pavia
via Vigentina 85
27100 Pavia

Natascia Savio
C. C. di Piacenza “San Lazzaro”
strada delle Novate 65
29122 Piacenza

Il 21 maggio 2019 sono stati arrestati tre anarchici nel contesto dell’operazione «Prometeo», eseguita dai carabinieri del ROS. Sono state fatte anche alcune perquisizioni. L’accusa principale è di «attentato con finalità di terrorismo o di eversione», poiché ritenuti responsabili dell’invio di tre pacchi-bomba arrivati nel giugno 2017 ai p. m. Rinaudo, pubblico ministero in parecchi processi contro il movimento antagonista e gli anarchici, e Sparagna, pubblico ministero nel processo per l’operazione Scripta Manent, e a Santi Consolo, all’epoca direttore del DAP, il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, di Roma. Non sono accusati di alcun reato «associativo». Tra luglio e agosto 2019, a più riprese, con l’intenzione di aggravarne l’isolamento, sono stati trasferiti nelle carceri di Alessandria, L’Aquila, Terni, Sassari, Rossano Calabro, Piacenza e Pavia. Un compagno è stato scarcerato nel dicembre 2019. Il 22 giugno 2020, dopo più di un anno di custodia cutelare per Beppe e Natascia, c’è stata l’udienza preliminare per il processo.

Il 17 dicembre 2019 è arrivata a Beppe un’altra custodia cautelare, sempre eseguita dal ROS. È accusato di aver posizionato un ordigno incendiario contro un postamat presso un ufficio postale (Genova, 8 giugno 2016). In quel periodo le Poste sono state attaccate ripetutamente a causa della collaborazione nell’espulsione e deportazione dei migranti attraverso la compagnia aerea Mistral Air (controllata dalle Poste).


Anarchici arrestati il 22 maggio 2019

Juan Antonio Sorroche Fernandez
C. C. di Terni
strada delle Campore 32
05100 Terni

Il 22 maggio 2019 sono stati arrestati gli anarchici Juan e Manuel. Il primo compagno era latitante da circa due anni per alcune condanne definitive. Sono state perquisite due abitazioni in provincia di Brescia e due abitazioni di genitori di un compagno e una compagna nell’hinterland bresciano. Manuel, inizialmente fermato e il cui arresto è stato poi convalidato, è accusato di «favoreggiamento personale», con l’aggravante di «favoreggiamento alla sottrazione dell’esecuzione della pena» (in riferimento alla latitanza di Juan). Nei giorni seguenti sono avvenute altre perquisizioni presso le stesse abitazioni già visitate. Juan è stato arrestato anche per un mandato di cattura per delle accuse («strage» e «attentato con finalità di terrorismo») inerenti un attacco esplosivo contro una sede della Lega Nord (Treviso, 12 agosto 2018).

Il 22 novembre 2019 Manuel è stato condannato a 3 anni e 2 mesi. Dal 5 marzo 2020 è stato posto agli arresti domiciliari con tutte le restrizioni, per poi essere scarcerato a luglio a seguito della sentenza d’appello, con cui è stato condannato a 10 mesi con la sospensione condizionale della pena.


Operazione Scintilla

Carla Tubeuf
C. C. di Vigevano
via Gravellona 240
27029 Vigevano (Pv)

Per riflessioni e maggiori informazioni sull’operazione “Scintilla”: Inseguendo la chimera.

Il 26 novembre 2019 è stato arrestato nei pressi di Verona l’anarchico Peppe. L’accusa principale è di «fabbricazione, detenzione e trasporto di materiale esplosivo», per l’invio, nel 2016, di un plico esplosivo alla Ladisa, l’azienda che allora gestiva la mensa nel CPR di Torino. Un episodio già contestato, insieme ad altri, agli arrestati del 7 febbraio 2019 all’interno dell’operazione «Scintilla» (una nota della questura torinese ha definito l’arresto come un’estensione di questa operazione). Il 17 giugno 2020 si è tenuta l’udienza di cassazione che ha accolto il ricorso e ha declassificato il reato in quanto il materiale non è stato considerato esplosivo ma pirotecnico. Giovedì 9 luglio c’è stata l’udienza di riesame e il giorno seguente Peppe è uscito dal carcere, senza ulteriori restrizioni.

Il 23 luglio 2020, in Francia, è stata arrestata Carla, anarchica latitante dal 7 febbraio 2019 in quanto destinataria di un mandato d’arresto nell’ambito dell’operazione «Scintilla». Nel mese di agosto è stata estradata in Italia.


Operazione Bialystok

Nico Aurigemma
C. C. di Terni
strada delle Campore 32
05100 Terni

Francesca Cerrone
C. C. di Latina
via Aspromonte 100
04100 Latina

Roberto Cropo
C. R. “S. Michele” — Alessandria
strada statale per Casale 50/A
15121 Alessandria

Flavia Digiannantonio
C. C. di Roma Rebibbia femminile
via Bartolo Longo 92
00156 Roma

Claudio Zaccone
C. C. di Siracusa
strada Monasteri 20/C
Contrada Cavadonna
96014 Floridia (Sr)

(Si consiglia l’invio di posta a Claudio attraverso «posta 1»).

In seguito ad una indagine partita dalla procura di Roma e denominata operazione «Bialystok», il 12 giugno 2020 sette anarchici sono stati arrestati in Italia, Spagna e Francia, il Bencivenga Occupato a Roma e alcune abitazioni sono state perquisite. Due persone sono state poste agli arresti domiciliari, mentre per altre cinque è stata disposta la detenzione in carcere. I cinque agli arresti in carcere sono accusati di «associazione sovversiva con finalità di terrorismo ed eversione», «istigazione a delinquere» e altri reati (tutti aggravati dalla «finalità di terrorismo») inerenti alcune iniziative in solidarietà con gli imputati del processo «Panico» a Firenze, dei presidi sotto le mura di diverse carceri e l’organizzazione di alcuni dibattiti, assemblee e concerti benefit presso il Bencivenga Occupato a Roma e in altri spazi. Per quanto riguarda le azioni specifiche, una persona tra le cinque in carcere è accusata di aver preso parte a un’attacco esplosivo contro la caserma dei carabinieri nel quartiere San Giovanni, azione rivendicata dalla Cellula “Santiago Maldonado” / FAI–FRI (Roma, 7 dicembre 2017), e un compagno agli arresti domiciliari è accusato di un attacco incendiario contro tre automobili Enjoy, il servizio di carsharing legato a ENI (Roma, 28 febbraio 2019). L’altro compagno agli arresti domiciliari, imputato anche nel processo «Panico», è stato scarcerato su disposizione del tribunale del riesame.

Nel mese di luglio Francesca è stata estradata dalla Spagna e trasferita in Italia, nel carcere di Latina. Il 28 dello stesso mese Roberto è stato trasferito dalla Francia in Italia, nel carcere di Rebibbia, a Roma, per poi essere trasferito ad Alessandria ad agosto. Prosegui la lettura…

(ESP) Documentario su El Angry

9 Gennaio 2021 Commenti chiusi

Documentario (in spagnolo) sulla vita di Sebastian Oversluij, detto El Angry, compa cileno assassinato nel 2013 all’età di 26 anni, nell’intento di espropriare una banca.
Parte del suo contributo all’universo libertario sono le sue rime con il gruppo Palabras en Conflicto.
Qua un link per chi volesse approfondire e scaricare i suoi tre dischi: https://raap.noblogs.org/post/2019/01/23/qualche-nota-sul-compagno-sebastian-oversluij-seguel-el-angry/

Mostri – Nicola Caso feat. Gheto Soffittaman – Ruggero Caso

9 Gennaio 2021 Commenti chiusi

Memoria difensiva di Anna in vista della sentenza d’appello del processo Scripta Manent

14 Dicembre 2020 Commenti chiusi

FONTE

Alla Corte di Assise di Appello di Torino
Memoria difensiva di Anna Beniamino, seconda parte

L’equivoco di fondo di questo processo è che abbia per oggetto qualcosa di nuovo quando per gli stessi fatti e idee, in tanti compagni, per anni siamo stati indagati, processati, assolti e condannati. Non è nuovo il tentativo di trasformare in “associazione sovversiva con finalità di terrorismo” i legami solidali che stanno alla base dell’agire anarchico.

Non è nuovo il tentativo di cercare un risultato a tutti i costi, attraverso la metodica fabbricazione di “indizi” e suggestioni, e credo sia il mestiere dell’accusa quello di sostenerli anche quando sono demenziali come l’”autoricalco“, offerto in extremis al termine del primo grado di questo processo, o la delirante “fretta” di scrivere un messaggio minatorio alle sei di sera di domenica dopo un’intera giornata passata in casa a lavorare e disegnare.

Sono convinta che da anarchici siamo una magnifica preda: non crediamo nella giustizia dei tribunali, insultiamo PM e poliziotti, spesso rifiutiamo di difenderci di fronte alla plateale messinscena accusatoria. Andrò un po’ contro i miei principi e cercherò di spiegarmi.

Si sta processando l’idea di solidarietà ai prigionieri prima e tra prigionieri poi; quella solidarietà che da anarchici definiamo “solidarietà e complicità” (ed il primo ad usare il binomio non è Gioacchino Somma, con buona pace di accusa e parti civili, ma è un modo di dire in uso da almeno 20 anni in giornali e volantini, basta una veloce ricerca in rete a dimostrarlo) non preoccupandoci del fatto che un sentimento umano possa diventare un capo d’imputazione, un reato. Prosegui la lettura…

Un contributo sulla sentenza di appello per Scripta Manent

4 Dicembre 2020 Commenti chiusi

FONTE

Un contributo sulla sentenza di appello per Scripta Manent

In questo periodo distopico, fatto di pandemie, virus e mezzo mondo recluso a casa, la sentenza della Corte di Appello di Torino per il processo “Scripta Manent” è semplicemente un altro tassello che si va a incastrare in questo puzzle repressivo del nuovo ventennio. Una nuova società, di quelle che loro amano chiamare “2.0” in cui, attraverso un “Ministero della Verità” rivisitano, cambiano, costantemente e quotidianamente qualsiasi evento storico in modo che possa incontrare i gusti e confermare tesi e idee del “Grande Fratello”. Un “Ministero dell’Amore”, formato da virologi e infettivologi più presenti negli studi televisivi e nelle tipografie che negli ospedali, che sta azzerando i rapporti sociali e sentimentali attraverso il terrore inculcato quotidianamente su giornali e tv; gli stessi che stanno creando un nuovo linguaggio, o “neolingua”, dove viene timbrata di “terrorismo” ma anche di “negazionismo o complottismo” (giusto anche per irridere) qualsiasi forma di pensiero diversa, contraria e opposta. E ancora, una “psicopolizia” formata da infami alla finestra o muniti di telefonini per strada pronti a filmare ogni nostra azione quotidiana, e un nuovo reato psicologico, “psicoreato”, che tende a distruggere anche i rapporti familiari perché “se muore tuo nonno sappi che è colpa tua che sei andato a bere una birra con gli amici”.

Potrei continuare con quello che sembra un racconto (1984 di George Orwell) ma questo basta per far capire in quale contesto storico arriva una sentenza tipo “Scripta Manent”, e purtroppo ne arriveranno altre nei prossimi mesi.

Non starò qui a smontare le “prove granitiche” del PM perché semplicemente, e fortunatamente, non faccio il suo mestiere ma sicuramente penso che allo “smemorato di Torino” non frega assolutamente niente di aver ragione sul fatto che noi siamo o meno individui appartenenti alla Federazione Anarchica Informale. La cosa che interessa al PM è quella di ottenere in via definitiva una condanna di ergastolo alla Solidarietà e alla Complicità anarchica.

Ha ottenuto le condanne attraverso un processo che non doveva esistere per noi assolti in primo grado per un ritardo di richiesta di appello di tre giorni. Io controllato con un trojan nel computer per 6 anni e a lui non hanno controllato nemmeno la casella di posta elettronica per vedere se fosse presente, anche nel cestino, la PEC che ne avrebbe contestato il ritardo. Non sto facendo del vittimismo ma sto raccontando cosa è accaduto, soprattutto lo sto rinfacciando ad un miserabile che si vanta di aver combattuto la ‘ndrangheta per poi utilizzare gli stessi metodi di falsificazione di carte ed aver ottenuto un processo di appello nei nostri confronti grazie alle sue “amicizie e affinità” che nel gergo mafioso vengono definiti dagli stessi magistrati come “raccomandazioni”. Non a caso gli stessi giudici hanno di fatto evidenziato le vere intenzioni del PM, emettendo una condanna di 20 anni per Alfredo e 16 anni per Anna senza uno stralcio di prova per le azioni imputate ai due compagni. Le altre condanne, che vanno dai 2 anni e 6 mesi per il sottoscritto e Stefano Fosco in giù, dimostrano chiaramente l’obiettivo del miserabile di cui parlavo sopra: isolare i compagni detenuti condannando chi è sempre mostrato solidale e complice con loro, oltre ad essere l’ennesimo attacco alla controinformazione.

Sia chiaro che io non sono per niente stupito della mia condanna perché  dal primo giorno che ho deciso, nel 2012, di aprire il sito di RadioAzione e la radio ero ben conscio a cosa andavo incontro. I vari sabotaggi alla radio stessa tipo il taglio dei cavi telefonici erano squallidi messaggi e minacce ai quali ho sempre risposto col sorriso sulle labbra perché invece di farmi paura mi dimostravano quanto gli “rodesse il culo” per ciò che scrivevo e dicevo. Inoltre mettevo su in rete, nonostante esistesse già la radio da un po’ di mesi, il sito di RadioAzione all’indomani della “Operazione Ardire” in cui venivano arrestati i due compagni Stefano Fosco e Elisa Di Bernardo “rei” di fare tra l’altro controinformazione. Intanto oltre agli sbirri ed i magistrati all’epoca dovevamo tener conto a chi indicava me e altri compagni che facevano controinformazione in rete come coloro che si facevano il loro anarchismo comodamente dalla propria “cameretta”.

Mi sono sempre ritenuto quel cinese seduto sulla riva del fiume e ad aspettare che passassero i cadaveri dei propri “nemici”, e vi assicuro che ne ho visti e ne sto vedendo ancora tanti passare… Sono stato ben conscio di ciò che andavo a rischiare facendo certe dichiarazioni in fase di processo; l’ho fatto sempre scrivendo al singolare. Quindi la cosa peggiore è stata sentirsi dire che con le mie parole avevo messo nei guai, non i miei coimputati che li stavano passando per davvero e non per le mie dichiarazioni, ma altri individui nemmeno citati negli atti. Ma questa è un’altra storia… L’autoreferenzialità di alcuni anarchici che si sentono al centro del buco del culo del mondo ma in verità non ne hanno mai passata una… Sono andato avanti, e continuerò ad andare avanti… forse tornerò indietro per andare a recuperare qualcosa che mi servirà per andare avanti di nuovo con più forza e dando una risposta alla mia condanna e a quella degli altri compagni. Soprattutto cercando di far arrivare ancora con più voce tutta la mia SOLIDARIETÀ E COMPLICITÀ ai compagni detenuti per il nostro e altri processi.

Lo farò anche tornando a scrivere, in particolar modo, ad Anna e Alfredo a cui non avevo più scritto perché il “postino aveva dimenticato” il mio indirizzo di casa a parte per bollette e altre rotture di palle, e quindi per evitare che la nostra corrispondenza finisse sulla scrivania di un miserabile che se ne sarebbe servito per alimentare la mole di atti giudiziari. Non gli ho più scritto ma nei miei pensieri hanno camminato con me quotidianamente in questi anni e continueranno a camminare con me fino a quando non lo potranno fare da individui liberi. Una miserabile condanna non mi allontanerà mai da loro perché lo ripeterò fino alla nausea che sono e rimangono miei compagni, fratello e sorella ai quali sarò sempre Solidale e Complice!

Quindi a te Sparagna dico “Nun te fruscià!” (dal napoletano “non farti illusioni”).

Per l’insurrezione, per l’anarchia!

Gioacchino Somma

Kronstadt, Daisy Chain, Refpolk – The Future is still unwritten

12 Luglio 2019 Commenti chiusi

Collaborazione di qualche anno fa ritrovato sul tubbo.

KRONSTADT – Violentxs

12 Luglio 2019 Commenti chiusi

Vecchio pezzo di Kronstadt, rapper catalano.

Comunicato fine sciopero della fame di Anna, Silvia, Nat – “Un coup de dés”

12 Luglio 2019 Commenti chiusi

Fonte

Che la vita sia una partita a dadi contro il destino lo scrisse un poeta, che agli anarchici piaccia giocare lo sappiamo. Una prima partita l’abbiamo conclusa. Un mese per tastare il terreno ed annusare i confini della gabbia, un mese di sciopero della fame per far capire che siamo materiale difficile da inscatolare.

Al trentesimo giorno sospendiamo con il proposito di tornare con maggior forza. Un primo bilancio positivo è nella solidarietà viva, spontanea, immediata dentro e fuori le carceri, che ha sollevato chiaro e forte il problema.

Da dentro: un mese in sciopero anche Marco e Alfredo in AS2 ad Alessandria e Ferrara, a cui si è aggiunta Natascia al suo arrivo a Rebibbia e con cui abbiamo proseguito una volta arrivata qui, poi altri compagni, Stecco, Ghespe, Giovanni, Madda, Paska e Leo.

Da vicino: abbiamo sentito le battiture dal 41bis femminile e maschile aquilani, musica che rompe il silenzio di questa fortezza montana e a cui abbiamo risposto e continueremo a rispondere finché dureranno, solidali con quante e quanti subiscono da anni sulla propria pelle questo regime infame.

Da fuori: azioni dirette, incursioni informative, azioni di disturbo in giro per l’Italia e nel mondo hanno fatto da megafono a qualcosa che non è un gioco: differenziazione carceraria, circuiti punitivi, affinamento delle strategie repressive, in chiave anti-anarchica e non solo. Non è nulla che non conoscessimo e manteniamo la consapevolezza che dentro come fuori le scintille pronte a propagarsi sono ovunque, questo ci dà forza e determinazione.

È solo un inizio che speriamo sia stato un’iniezione di fiducia nelle potenzialità e nella forza che portiamo, dentro e fuori, con noi.

L’Aquila, 28 Giugno 2019
Silvia, Natascia, Anna

Aggiornamento sugli anarchici in sciopero della fame (28-29/06/2019)

12 Luglio 2019 Commenti chiusi

Fonte

Oggi, 28 giugno 2019, le tre compagne anarchiche rinchiuse nella sezione A.S.2 del carcere di L’Aquila, hanno posto fine allo sciopero della fame iniziato dalle stesse Silvia e Anna lo scorso 29 maggio, facendone comunicazione ufficiale all’istituto penitenziario.

Hanno anche scritto una dichiarazione di conclusione dello sciopero che hanno spedito via posta ad alcune realtà di movimento.

In vista di un’udienza che si terrà presso il tribunale di Torino il prossimo 2 luglio, che vede imputata con altri/e anche Silvia alla quale è stata autorizzata la presenza in aula, comunichiamo che il suo trasferimento è avvenuto già oggi.

Anna e Natascia proseguiranno nei prossimi giorni la protesta tramite battitura, unendosi a quella ancora in corso nelle sezioni di 41bis.

A breve le dovute considerazioni.

Da colloquio svolto con Marco stamattina apprendiamo che, venuto a conoscenza dell’interruzione dello sciopero della fame da parte delle compagne che l’avevano iniziato a L’Aquila, ha deciso di porre fine anche al suo. Oggi stesso riprenderà il cibo dal carrello.

Giuseppe, trasferito da poco in quella stessa sezione, ha iniziato ieri uno sciopero della fame perché si sblocchi l’isolamento in cui ancora lo tengono. Protrarrà il rifiuto del cibo fino a lunedì. Attenderà poi una settimana, al termine della quale, se non saranno cambiate le condizioni, valuterà in che termini riprendere la protesta.

Danno – Piombo e Fango

27 Giugno 2019 Commenti chiusi

Pezzone di Danno dei Colle del Fomento