Monologo inascoltato dell’antennone prima di spegnersi
“Me ne voglio andare! Non ne posso più dell’immobilità di questa gente, che passa sotto senza neanche notarmi, mentre si cucca le onde elettromagnetiche che emano e come automi stralunati tengono gli occhi fissi sui loro smartphones, che altro non sono se non lo strumento che ogni giorno li controlla, li anestetizza e li rincoglionisce, a discapito loro ma a ragion di stato e multinazionali. Il bastone e la carota della loro ostinata servitù se lo portano dietro in ogni momento, dalla fabbrica al giro al parco con il cane. E sembra proprio che non gli freghi niente di essere diventati succubi di un rettangolo di microchip e colori LCD. Sembra non gli interessi una beata mazza di ritrovarsi alla stregua di cavie e di fantocci, ridotti all’osso da una vita governata, schematizzata, ghermita e stuprata da un potere schizofrenico che si erge a massimo difensore della vita stessa, quando si tratta di difendere l’economia e i privilegi, per poi dimostrare con i fatti che la vita umana, quella vera, libera e completa, vale meno di zero. Questi benpensanti pocopensanti che vedo sfilare ogni giorno per le vie di Roma, passano sotto di me mentre lasciano passare ogni cosa. Prosegui la lettura…