Documentario (in spagnolo) sulla vita di Sebastian Oversluij, detto El Angry, compa cileno assassinato nel 2013 all’età di 26 anni, nell’intento di espropriare una banca.
Parte del suo contributo all’universo libertario sono le sue rime con il gruppo Palabras en Conflicto.
Qua un link per chi volesse approfondire e scaricare i suoi tre dischi: https://raap.noblogs.org/post/2019/01/23/qualche-nota-sul-compagno-sebastian-oversluij-seguel-el-angry/
El Angry, cosí era chiamato Sebastián, è stato un compagno anarchico cileno componente del gruppo Palabras en Conflicto,conosciuto negli ambienti di Liberazione Animale e del Rap AntiAutoritario.
Ascoltando un’intervista al compagno del 2006 (credo avesse meno di 20 anni), lui stesso dice di essersi avvicinato all’ideologia anarchica tramite le esperienze fatte in strada nel suo quartiere, a partire dai 15 anni; insomma diventa un anarchico di prassi tramite la vita vera e le esperienze vissute, che gli fecero aprire gli occhi sullo stato di cose nelle terre cilene e decidere di cercare di migliorare e migliorarsi attraverso questa ideologia liberatrice. In questa intervista sottolinea l’importanza della controinformazione, la produzione e distribuzione di fanzine, dei graffiti e anche della musica; parla del rap libertario o anarchico come forma di propaganda per avvicinarsi e diffondere il pensiero acrata alle persone: insomma il Rap come mezzo e non come fine puramente estetico e autoreferenziale.
Nel 2009 esce il primo disco dei Palabras en Conflicto chiamato “HipHop en Guerra” (scaricabile qui). L’anno successivo pubblicano “Guerra a la sociedad” (scarica) e nel 2012 “Palabras” (scarica), in cui comincia a esplorare un nuovo modo di rappare e sonoritá differenti.
Dall’attento ascolto di questi dischi si denota la parabola artistica e interiore di Sebastián: da uno scontento concreto e reale che lo porta su posizioni anarchiche, passa (nel secondo disco) a un pensiero più sottile e articolato di tipo antisociale e anticivilizzatore, per poi approdare nell’ultima fase al nichilismo.
Mercoledì 11 dicembre 2013 alle 9.30, Angry e altri compagni fecero ingresso in una filiale della Banca di Stato a Pudahuel, nella provincia di Santiago del Cile, con l’intenzione di espropriarla. Sebastián entrò nella banca estraendo una mitraglietta e gridando che si trattava di un assalto ma la guardia di sicurezza sparò 11 colpi, colpendo il compagno 5 volte, di cui 2 alla testa, mettendo fine alla sua esistenza. L’assassino si chiama William Vera, all’epoca 28 anni, di professione servo dei potenti, il quale dopo essersi formato nella Scuola dei Sottufficiali dell’Esercito, partecipò a una missione militare ad Haiti, fece un corso per la protezione di persone importanti (PPI) negli Stati Uniti e andò anche in Iraq come guardia privata…insomma un mercenario pezzo di merda. La strana coincidenza è che il suddetto assassino lavorava abitualmente come guardia privata in un’altra banca ma quella mattina si trovava a Pudahuel per sostituire un altro verme come lui. Caduto al suolo Sebastián riesce a liberare una scarica di colpi che però si scontrano contro il tetto e i vetri mentre il verme lo stecchisce a sangue freddo.
Ora, senza voler entrare nel merito del tema dell’espropriazione, riflettiamo semplicemente sui fatti e poi ognunx decida cosa pensare a riguardo: Angry stava attaccando una banca, la cassaforte per antonomasia dei potenti della terra, un edificio di quattro mura che custodisce quella sporca moneta per cui tanto la gente si sbatte. A farlo fuori un mercenario, cioè uno che vende la sua vita e i suoi infami servizi al miglior acquirente, poco importandogli, visti i suoi trascorsi, se questi fossero guerrafondai o banchieri. Una merda che si vende a delle merde per difendere l’oggetto del desiderio più merdoso di questa merda di mondo.
Comincio individualmente questo blog con l’intenzione di circoscrivere una certa tendenza di concepire e fare rap, provando a riscattare le sorti di questa splendida espressione artistica dalla mercificazione dilagante degli ultimi almeno 10-15 anni e dalla sua commercializzazione e diffusione di massa nelle sue espressioni più becere. L’ennesimo boccone fagocitato e risputatoci impacchettato in formato compresso e scaricabile .pop
Allo stesso tempo si vuole diffondere attraverso uno strumento informatico agile come il blog su una piattaforma quale Autistici, indipendente e autogestita, il Rap AntiAutoritario nelle sue molteplici forme, stili, influenze e latitudini, creando un canale indipendente che funga da cassa di risonanza per la musica, i testi, le voci e le molteplici esperienze che spesso certi album e certe canzoni si portano dietro. E perché no? Fare da rete per connettere situazioni e personaggi che altrimenti non si annuserebbero neppure.
Ma proviamo ad andare per ordine anche se non é il mio forte. Provo a spiegarvi questo RAAP che non è una banda armata, anche se ha un arsenale di rime nascoste nei meandri dei peggio posti.