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Testo di Mumia Abu-Jamal su Haiti

14 Febbraio 2019

Ricevo e diffondo.

Adesso che Haiti arde nuovamente, ascoltiamo e leggiamo quello che ne pensava Mumia nel gennaio 2010.

Per chi volesse informarsi su questo prigioniero consiglio di buttare un occhio a questo link.

Haiti nelle nostre menti

Il recente disastro naturale ad Haiti ha posto questo paese, ancora una volta, sotto i riflettori del mondo e ha accentuato il meglio e il peggio di noi. La magnitudine della sofferenza umana ha suscitato grande compassione nel mondo e molti governi si stanno mobilitando per aiutare coloro che non hanno come aiutarsi (da soli).

Haiti, conosciuta durante l’epoca coloniale come “la perla delle Antille” e poi come “la madre delle rivoluzioni”, ha sofferto per quasi due secoli per aver osato combattere e conquistare la libertà dal colonialismo e dal saccheggio europeo.

I media aziendali ci informano che Haiti è la nazione più povera dell’Occidente. Ma non ci dicono mai come è arrivata ad esserlo. Quanti di noi sanno che gli Stati Uniti hanno brutalmente occupato Haiti e vi sono rimasti per 20 anni? Quanti sanno che Haiti, che ha avuto la temerarietà di sconfiggere non solo uno, non due, ma ben tre eserciti coloniali – francese, inglese e spagnolo – è stato costretto a pagare risarcimenti alla Francia per quasi 200 anni? Quella fu la prima e unica volta in cui un vincitore in guerra dovette pagare il paese che aveva sconfitto.

Haiti non è solo povera. È stata impoverita da un sistema globale di sfruttamento e da un’economia capitalista che è stata concepita come una sanzione contro la liberazione negra. C.L.R. James, il grande studioso e attivista rivoluzionario, sostiene che la Rivoluzione Haitiana è stata un evento unico nella storia umana – più importante della Rivoluzione Francese o quella Americana. Questo perché, in parte, la Rivoluzione Haitiana mise fine all’imperialismo francese nelle Americhe. Napoleone, che aveva perso la sua mucca da latte haitiana, vendette estese terre agli Stati Uniti (per rimpinguare le casse), rendendo 10 volte piú grandi le dimensioni del paese, in un solo giorno. Il fatto che un predicatore americano paragoni la vendita con un patto col diavolo, ci dà un’idea del peso che ha la questione ha tuttora.

Incredibilmente, nessuna delle altre due rivoluzioni pose fine alla schiavitù. Al contrario, poiché George Washington e Thomas Jefferson erano proprietari di schiavi, Napoleone Bonaparte inviò il suo esercito ad Haiti per difendere la schiavitù.

I decenni e decenni di dittatori appoggiati dagli Stati Uniti – un’eredità del capitalismo delle piantagioni e dello sfruttamento – i colpi di stato sostenuti dagli Stati Uniti come l’espulsione di Jean Bertrand Aristide, e l’impiccagione corporativa dei poveri operai di Haiti hanno lasciato un paese gravemente sottosviluppato e incapace di far fronte ai disastri naturali.

Diversi anni fa, quando un uragano colpì una città nella nazione più ricca del mondo, i ricchi e i borghesi avevano le risorse per andarsene appena prima che passasse l’uragano. Ad Haiti praticamente non ci sono risorse del genere.

Ma un terremoto non è un uragano. Colpisce all’improvviso, senza preavviso. Molte nazioni come il Giappone, hanno costruito edifici che resistono agli scossoni e ai terremoti. Tali tecniche applicate alle case e alle scuole haitiane avrebbero potuto ridurre la perdita di vite umane e le sofferenze. Se non fosse stato dissanguato e sfruttato per secoli, Haiti avrebbe avuto le risorse disponibili per proteggere il suo popolo nella misura del possibile.

Speriamo vivamente che il futuro di Hai sia piú roseo del suo passato post-coloniale.

Dal braccio della morte, sono Mumia Abu-Jamal.